
Il Nyx è. l’unica discoteca della città
Ad Ancona è impossibile ballare. Accenni un passo di danza all’aperto, mentre ascolti musica che ti scuote le membra? Rischi una sanzione al locale dove hai osato il passo danzante. Affitti il Salone delle Feste al Teatro delle Muse per organizzare una festa? Niente, hai capito male: al Salone delle Feste non si possono fare feste. Forse lo hanno ribattezzato il Salone delle Tristezze, a tua insaputa. Decidi allora di puntare più in alto e organizzi una manifestazione internazionale alla Mole Vanvitelliana, con i maggiori registi attori produttori cinematografici italiani, e vorresti si divertissero, finite le proiezioni, a suon di musica? Devi pagare un ingegnere perché ti faccia un piano di sicurezza da 4mila euro. Sì, 4mila euro per una festa a ingresso libero, senza scopo di lucro. A questo punto, decidi di rintanarti e crei un circolo riservato ai soci, ma hai la malaugurata idea di aprirlo nel centro storico. Sei automaticamente diventato responsabile di chi, uscendo dal locale di notte, si ferma a fare quattro chiacchiere. Invece di prendersela con i maleducati, i residenti se la prenderanno con te che hai avuto la sfacciataggine di donare il tuo tempo libero per consentire alle persone di ricrearsi. Via dal centro, dunque, devi prendere in gestione un bar all’aperto, con uno spazio dove le persone potrebbero danzare senza infastidire i condomini. Però, per arrivarci, c’è un ponte che ha bisogno di lavori di ristrutturazione. I lavori non finiranno mai, dureranno anni, quindi non potrai fare piani di sicurezza per permettere alle persone di evacuare qualora prendesse fuoco il mixer. Ad Ancona, vedete, è davvero impossibile ballare. E non da quest’anno, o dall’anno scorso, o da tre anni a questa parte, ma perlomeno dal 2019, da quando l’incidente di Corinaldo ha irrigidito le norme per la sicurezza, quindi da sei lunghissimi anni. Duemila giorni senza balli. Un incubo: come se invece di girare Footloose, il film dove ai giovani era impedito danzare, i sadici produttori avessero realizzato una soap opera, duemila puntate senza ballare. Ci si domanda quale patologia sadomasochistica affligga l’anconetano. Cosa lo induce a infliggersi duemila giorni senza balli? Voi direte che ad Ancona una discoteca c’è. È vero, se vuoi ballare devi andare a nasconderti alla Baraccola, il più lontano possibile dal centro della città, come se fossi un dropout, un emarginato. In effetti, anche ai margini settentrionali del capoluogo marchigiano ci sarebbe un luogo dove se all’improvviso ti metti a ballare non multano il locale, ma non lo fanno proprio perché quel luogo resta volutamente ai confini della società, non è neanche censito, è l’isola che non c’è.
Preso dalla disperazione, nel 2022, un gruppo di giovani - gestori di locali, dj, politici con le articolazioni ancora funzionanti - protestò per la mancanza di spazi e opportunità danzerecce, mettendosi a ballare per strada e rivendicando così un diritto alla movida che ad Ancona è di fatto negato. Chi ci libererà da questa maledizione? È possibile pensare che i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, mossi da compassione per i propri concittadini, decidano, al rientro dalle ferie agostane, di fare il miracolo e impegnare la giunta a facilitare in tutti i modi chi desidera non solo accennare ma compiere tutto un bel passo di danza, anzi di più, in città? Chi vivrà vedrà.