Tragedia Corinaldo, secondo i tecnici lo scivolo della morte era ok

Lanterna Azzurra, così la commissione di vigilanza promosse il locale: ecco la relazione

Le prime immagini dei soccorsi dopo la tragedia di Corinaldo (Foto Antic)

Le prime immagini dei soccorsi dopo la tragedia di Corinaldo (Foto Antic)

Corinaldo (Ancona), 29 gennaio 2019 - La Lanterna Azzurra era una discoteca perfetta per la commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo del comune di Corinaldo. Che il 12 ottobre 2017 rilasciò un’autorizzazione piena ai gestori per fare spettacoli e balli. Era tutto in regola: dagli impianti alla capienza (871 persone, suddivise in pista 1: 459, in pista 2: 262 e in pista 3: 150 persone), dall’antincendio alle porte di sicurezza. Secondo la commissione, presieduta dal sindaco Matteo Principi, mancavano solo dei cartelli indicanti il pulsante di sgancio e di allarme antincendio ed inoltre si doveva tagliare un po’ di erba cresciuta troppo intorno al gruppo elettrogeno posizionato all’esterno. Scrissero anche altro. Lo si legge al punto 13 della relazione: «Tutti i parapetti dovranno avere una altezza dal lato interno non inferiore ad un metro lineare e tutti i percorsi, le uscite di sicurezza, dovranno essere mantenute sgombri da ostacoli o da impedimenti per il regolare deflusso del pubblico».

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Ma la commissione, pur autorizzando una capienza di 871 persone, scrive: «La squadra incaricata di gestire le emergenze dovrà essere composta da almeno 4 persone. Almeno uno dei componenti della squadra dovrà essere addestrato all’esercizio manutenzione e sorveglianza degli impianti elettrici e sicurezza».

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Quindi, in sala, la sicurezza poteva essere garantita anche da 3 addetti soltanto visto che un quarto doveva controllare gli impianti. Tra i presenti al sopralluogo per la verifica del locale, c’era anche il consulente esterno per i gestori, l’ingegner Francesco Tarsi di Corinaldo. Ieri al telefono, ha ricordato quella mattina del 12 ottobre 2017: «Sono stato chiamato il giorno prima dalla società per assistere la commissione. Non avevo fatto io il piano della sicurezza. Ricordo bene che c’erano un vigile urbano, un vigile del fuoco, un tecnico dell’Asur, un esperto di elettrotecnica e un geometra dell’amministrazione. Non ricordo se c’era anche il sindaco anche se presiedeva ufficialmente la commissione. Quello che so bene e che venne fatta una verifica durata delle ore, dalle 9 alle 12.30 circa, con un controllo di tutti gli ambienti, degli impianti elettrici, di aerazione e delle vie di fuga. Venne fatta qualche osservazione sulla cartellonistica che appariva insufficiente ma niente altro di significativo».

Aggiunge l’ingegnere: «E’ certo che quella porta di sicurezza dove sono morte sei persone non ha sollevato obiezioni. Nessuno dei tecnici presenti ha rilevato anomalie o pericoli dovuti al corrimano troppo leggero o per quel salto ai lati dello scivolo. E anche sui gradini in fondo all’uscita, non ci sono state obiezioni. E’ naturale che dopo quanto è accaduto, è giusto porsi degli interrogativi su quella via d’uscita ma in quel momento la commissione ha ritenuto che fosse tutto regolare, con poche prescrizioni e nessuna riguardante lo scivolo della tragedia. Ma io ero un consulente esterno e non avevo un ruolo attivo. Solo che la tragedia mi ha sconvolto, prima da padre e poi da tecnico». La relazione della commissione di vigilanza presieduta dal sindaco che diede l’agibilità alla Lanterna Azzurra è stata acquisita dai magistrati e forma il fascicolo d’indagine. E’ probabile che i firmatari possano esser ascoltata dagli inquirenti. Il sindaco Principi ripete dal primo momento che il Comune si costituirà parte civile contro gli imputati.