SILVIA SANTARELLI
Cronaca

È la volta buona: il ponte Garibaldi va giù a colpi di benna

E’ iniziata la demolizione dopo i rinvii. Sarà sostituito da una struttura a campata unica.

È la volta buona. Il ponte va giù a colpi di benna

Senigallia (Ancona), 31 ottobre 2023 – Il ponte Garibaldi va giù, è iniziata ieri l’agognata demolizione. Annunciate più volte e bloccate dalla burocrazia legata alla rimozione di un cavo, ieri sono iniziate le operazioni di abbattimento sul braccio del lato nord del manufatto, che dal 2017 era stato monitorato perché ritenuto pericoloso. Poi, a seguito dell’alluvione del 15 settembre 2022, era diventato inaccessibile. Il 7 luglio, è stata messa al servizio della città una passerella ciclopedonale, una soluzione momentanea per ricollegare la zona nord della città con il centro storico. Un pezzo di storia della città che se ne va: intitolato a Garibaldi dal 1882, così come la prospiciente piazza del duomo. Nel 1910, proprio per porre rimedio alle alluvioni, fu allargato l’alveo urbano e fatte delle sponde in muratura più alte. Seguì la demolizione del ponte 2 Giugno e del ponte Garibaldi, poi ricostruiti utilizzando il cemento. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, i tedeschi fecero saltare l’impalcato stradale. Fu poi ricostruito come il precedente, ma con i decori differenti nei piloni e il parapetto in cemento, anziché in ferro. Già finanziato (insieme alla demolizione) per 4 milioni di euro, il nuovo ponte sarà ad impalcato curvo, in modo da poter guadagnare la massima altezza, ma sarà anche un ponte sottile in modo da intercettare il meno possibile le acque del fiume Misa. È quanto emerso anche una settimana fa durante l’incontro organizzato da Confartiginato Imprese, per fare il punto sullo stato dei lavori nella valle del Misa e del Nevola e sul ponte Garibaldi. L’obiettivo è che possa essere ricostruito entro il 2024. Obiettivo 2024 anche per il ponte del Coppetto, che collega Ostra Vetere con Ostra, anch’esso chiuso dopo l’alluvione del 15 settembre dell’anno scorso. Si tratterà di un’opera innovativa, dotata di misure di sicurezza contro le piene addirittura più stringenti rispetto alle normative. Sul Misa si lavora da monte a valle per cercare di aumentare la portata dell’alveo, in modo da rendere più sicuro il territorio in caso di piena. Al vaglio anche la possibilità di effettuare un ripascimento con la sabbia recuperata nel fiume: secondo i carotaggi effettuati, nulla ne bloccherebbe l’utilizzo. Continua a fare discutere anche la barriera di ghiaia che nel porto canale, in giorni di secca, forma un vero e proprio collegamento tra il molo di levante e quello di ponente, problema che potrebbe essere aggirato attraverso l’escavo effettuato all’altezza del centro storico per aumentare la portata del fiume.