"Il nostro Roberto non si tocca"

Di Francisca, Trillini e Cerioni: "Perdere ci sta, non mollare Mancio"

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di Gianni Angelucci

Roberto Mancini? Giù le mani dal c.t. La scherma jesina si schiera compatta a fianco del Mancio: solidarietà tra tecnici, tra campioni, tra concittadini? Molto di più, una presa di coscienza tra sportivi di discipline diverse uniti dai comuni trascorsi di gloria di titoli, di medaglie, di vittorie. Per Stefano Cerioni c.t, della nazionale di fioretto, Giovanna Trillini ed Elisa di Francisca pluricampionesse olimpioniche ed iridate non ci sono dubbi, uno come Roberto Mancini meglio tenerselo stretto: perché prima del tecnico viene sempre l’uomo e i valori che riesce a trasmettere. In questi tre anni il Mancio ha mostrato di avere sia gli uni che gli altri. E il tempo, galantuomo, gli darà ragione. "Certo che deve restare – conferma Stefano Cerioni in partenza per Dubai dove la prossima settimana si terranno i mondiali giovanili –. In questi tre anni Roberto ha svolto un ottimo lavoro gettando le basi per il prossimo futuro. Uscire con la Macedonia è stato brutto, errori ne erano stati commessi, uno probabilmente è stato sottovalutare, inconsciamente, un avversario giudicato sulla carta inferiore. Di sicuro avevamo giocatori migliori di quelli della Macedonia però alla fine il tiro della domenica lo hanno trovato loro. I suoi impegni extracalcistici? Non è quello che ti può distogliere dal tuo lavoro, la verità è che tra gli obblighi dei club e tutto il resto il c.t. ha sempre meno tempo e meno giocatori a disposizione per preparare le partite. L’estate scorsa Roberto ha cominciato a lavorare un mese prima per preparare gli europei e i risultati si sono visti".

Da maestro nel giro della nazionale azzurra, Giovanna Trillini, prima medaglia d’oro olimpica al femminile del Club Scherma Jesi, dimostra di conoscere anche le altre discipline. "Le imprese agli europei della scorsa estate, in gran parte dovuto all’ottimo lavoro di Roberto sono ancora sotto gli occhi di tutti se poi chi va a tirare i rigori – sospira la campionessa olimpica di Barcellona 92 – ne sbaglia due o tre di fila, la colpa non è certo della squadra, tanto meno del c.t. Quando si perde le responsabilità vanno divise tra tutti, non credo che Mancini sia l’unico, o il principale responsabile di una sconfitta che lascia comunque tanto amaro in bocca. Quello che ha fatto come calciatore e come allenatore è una garanzia anche per il futuronon so se avrà intenzione di continuare o meno, in ogni caso io spero che resti alla guida della nazionale". Da Roma, a passeggio per il parco con Ettore e Brando, i figli in tenera età, Elisa Di Francisca conferma il suo sostegno al c.t. "Certo che deve rimanere, ci mancherebbe: una partita, per quanto importante, finita male non è la fine del mondo. In campo si va sempre per vincere ma si può anche perdere, è la dura legge dello sport. Al di la dei verdetti del campo ci sono altri valori preziosi come le bellissime parole’ vi voglio più bene ora che dopo gli europei’ che Roberto ha rivolto ai giocatori dopo una sconfitta pur devastante. Adesso non resta che fare un bell’esame di coscienza, prender atto degli errori commessi, metabolizzare la sconfitta e ripartire con più entusiasmo e motivazioni di prima. Dicono che stia meditando di lasciare? Conosco Roberto, una persona molto sensibile, spero che faccia la scelta migliore per se stesso, da parte mia lo invito a non mollare e gli faccio gli in bocca al lupo".