GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

La scelta di Laura. Infermiera lascia Torrette: "Per un anno vado in Africa. E porto tutta la famiglia"

Lavorerà nell’ospedale di Abidjan in Costa d’Avorio assieme al Cuamm "Ci saranno anche mio marito e miei figlioletti. Esperienza per crescere".

Lavorerà nell’ospedale di Abidjan in Costa d’Avorio assieme al Cuamm "Ci saranno anche mio marito e miei figlioletti. Esperienza per crescere".

Lavorerà nell’ospedale di Abidjan in Costa d’Avorio assieme al Cuamm "Ci saranno anche mio marito e miei figlioletti. Esperienza per crescere".

Da Falconara alla Costa d’Avorio, dove lavorerà per un anno da infermiera. È la missione che attende Laura Canonico, professionista del reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale regionale di Torrette. Un lavoro che metterà tra parentesi, proseguendo in una nuova avventura in un nosocomio di Abidjan. Ha 47 anni, Laura. Partirà lunedì prossimo con il marito Wanny Daniel Bisimwa – cantante, attivista e operaio nella cantieristica ad Ancona – e i figlioletti Isaac (7 anni) e Malcom (4). Si tratta della prima operatrice sanitaria inviata da Medici con l’Africa Cuamm in un Paese dove, grazie al sostegno del Governo e del Piano Mattei, riabiliterà il reparto di Maternità nell’ospedale di Abobo Est (popoloso quartiere periferico di Abidjan), che risponde alle esigenze sanitarie di una popolazione di circa 750mila persone, con 150 posti letto e che fa una media di 8mila parti all’anno. Non solo il lavoro clinico, dunque, ma anche le attività di organizzazione e supervisione, con un ruolo di gestione. La nostra intervista.

Come è nata quest’idea? "Mi piace aiutare gli altri, mi fa stare bene. Per questo ho scelto di fare l’infermiera. Custodivo questo desiderio sin da piccolina. Ho sempre avuto una specie di calamita per l’Africa, un amore particolare. Poi c’è stata una conferma, un riconoscimento e sono grata di poter partire. Lavorare in Italia, negli ospedali, non è certo da meno. Ma in quel contesto, anche con poco, puoi ottenere grandi risultati per curare le persone. E questo sarà possibile grazie a Medici con l’Africa Cuamm. Mi permette?".

Prego. "Li ringrazio e sono contenta di partire con il Cuamm. Da tanto tempo seguo le sue attività ed è una delle poche Ong che ha posizioni anche per gli infermieri. Sono stata in Paesi molto difficili, Sudan, Afghanistan, Congo, ma è la prima volta che parto con la mia famiglia".

Ecco, appunto. Che si aspetta? "Beh, la nostra è una famiglia mista. Il mio compagno Wanny è originario del Congo e avremmo voluto poter provare quest’esperienza in quell’area, ma non è stato possibile farlo nel suo Paese. Così mi sono rimessa in gioco ed è sorta l’opportunità di Abidjan, dove ho trovato una posizione adatta al mio lavoro. E così anche Wanny (nome d’arte, Wanny S-King), considerato che la città è vista come la patria della musica".

Una scelta coraggiosa, la vostra... "Vero, ma che risponde ai desideri che accennavo prima. Ma al primo posto c’è che i nostri bambini stiano bene, crescendo in un contesto adatto a loro. Rimanere lì? Troppo presto per dirlo. Ai bambini abbiamo spiegato insieme che questo periodo in Africa sarà per tutti un’esperienza per crescere e imparare tanto".

Sa già che ruolo ricoprirà nell’ospedale di Abobo Est? "Sono un’infermiera di neonatologia e proverò a portare la mia esperienza a servizio di un progetto di ristrutturazione e riorganizzazione logistica dell’ospedale, dove nascerà questa Neonatologia. Cosa mi aspetto dalla Costa d’Avorio? Di trovare professionalità e competenze nei colleghi locali, oltre che una grande accoglienza".