
La «montagna» di rifiuti che i carabinieri del Noe si sono trovati davanti nella discarica abusiva di Agugliano
E’ del Comune di Senigallia il funzionario pubblico indagato insieme ad altre cinque persone sull’inchiesta "Ultimo Sfalcio" dei carabinieri del Noe. I reati di cui è accusato sono truffa ai danni della pubblica amministrazione e falso in atto pubblico. Il funzionario avrebbe appaltato la pulizia del litorale di Senigallia, lo scorso anno, ad una ditta dell’Emilia Romagna che doveva liberare la spiaggia di tutti i detriti arrivati durante la stagione invernale e prepararla così all’arrivo dell’estate. La ditta ha pulito la spiaggia ma, stando alle accuse, invece di provvedere a differenziare i rifiuti e a smaltirli come l’appalto prevedeva, seguendo quindi lo stoccaggio dei materiali indirizzandoli poi in vari siti di racconta a seconda della loro origine, li avrebbe scaricati tutti all’impianto abusivo di Agugliano. In tutto, hanno stimato i carabinieri del Noe, 5mila tonnellate di rifiuti proveniente dalla pulizia dei litorali senigalliesi. In discarica sarebbero finiti legname, plastica, sabbia sottratta dalla fascia costiera e altro materiale di origine antropica senza eseguire una preliminare operazione di separazione e vagliatura con un grande risparmio in termini di denaro rispetto al conferimento che andava fatto invece in discariche e siti autorizzati. La ditta emiliana ha percepito l’intero importo dell’appalto che, ritiene sempre l’accusa, non è stato però completato come doveva. Il legale rappresentante è tra i sei indagati ed è accusato di frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni della pubblica amministrazione.
Il funzionario avrebbe dovuto controllare e verificare la corretta esecuzione del servizio ma non lo avrebbe fatto concorrendo quindi alla truffa ai danni del Comune. I carabinieri sono arrivati fino ad Agugliano insospettiti della montagna di rifiuti, sempre più altra e ben visibile, che prendeva vita a cielo aperto. Inoltre nella zona erano state percepite anche delle esalazioni, per il trattamento del materiale legnoso da destinare alle centrali a biomassa. Oltre al funzionario pubblico di Senigallia e al legale rappresentate della ditta emiliana, gli altri quattro indagati sono il titolari dell’azienda agricola proprietaria del terreno dove sorge la discarica, il titolare della società che gestiva l’impianto (avrebbe guadagnato anche dalla vendita poi del materiale destinato alle centrali a biomassa), un imprenditore edile che scaricava materiale senza averlo bonificato e un trasportatore lombardo che si sarebbe prestato di falsificare le bolle di trasporto (facendo il gira-bolla) per il materiale in legno destinato alle centrali green lontane e non entro i 70 chilometri da dove le scaglie di legno venivano prodotte.
ma. ver.