MARINA VERDENELLI
Cronaca

Il marito la costringe ad abortire: “Quel figlio non è mio, vergognati”

I quattro anni da incubo vissuti da una donna di 33 anni tra offese e costrizioni. L’uomo, 43 anni, le telefonava continuamente, seguendola dappertutto dopo che gli aveva annunciato di volere separarsi

L’uomo avrebbe più volte picchiato la moglie, vietandole di uscire e parlare con altre persone e obbligandola anche a non usare metodi anticoncezionali

L’uomo avrebbe più volte picchiato la moglie, vietandole di uscire e parlare con altre persone e obbligandola anche a non usare metodi anticoncezionali

Ancona, 13 febbraio 2025 – Offese, privazioni e costrizioni alla moglie che avrebbe convinto anche ad abortire perché riteneva che il figlio non fosse il suo. In una occasione l’uomo avrebbe preso a schiaffi la donna e poi al collo, vietandole di uscire e parlare con altre persone e obbligandola anche a non usare metodi anticoncezionali. Per quattro anni, durante la convivenza ad Ancona, sotto lo stesso tetto, la moglie avrebbe subito le vessazioni fino a quando la famiglia ha avuto uno sfratto e ha dovuto lasciare l’abitazione. Il marito è andato ospite da amici, la donna con due figli piccoli è stata aiutata dai servizi sociali del Comune e le hanno trovato alloggio attraverso padre Guido.

Lontana dal coniuge si è confidata con le assistenti sociali a cui ha raccontato come era trattata. Atteggiamenti violenti che il marito avrebbe continuato anche dopo lo sfratto, telefonandole continuamente, pure di notte e seguendola dappertutto dopo che gli aveva annunciato che voleva separarsi. Le assistenti sociali hanno informato la polizia che ha avviato una indagine, coordinata dal pubblico ministero Andrea Laurino, sfociata poi in un processo per il marito. Imputato un 43enne, accusato di maltrattamenti in famiglia.

Ieri, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, è stata sentita la vittima che si è costituita parte civile con l’avvocato Annalisa Chiodoni. La donna, 33 anni, vive in una località protetta dopo l’intervento della polizia, e in aula ha ripercorso i quattro anni da incubo, da febbraio 2017 a settembre del 2021. “Ho raggiunto mio marito in Italia dal Senegal – ha detto la vittima – dopo un mese ero incinta, lui credeva che il figlio non era suo e mi ha indotta ad abortire”. L’imputato, difeso dall’avvocato Eugenio Tummarello, rigetta le accuse. Sarebbero stati solo dissidi di coppia e la 33enne non ha mai sporto denunce. L’uomo sono 4 anni che non vede i figli. Prossima udienza il 4 giugno.