GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Parco nazionale del Conero. Il sindaco ha un altro sogno: "Includere anche la Selva. Protetti dalla Bolkestein"

Fu proprio Silvetti quando era presidente dell’Ente a far partire tutto l’iter "L’upgrade permetterà di avere disponibilità di risorse quattro volte superiore. E’ già prevista l’estensione verso il Cardeto e sarebbe bello arrivare a Castelfidardo". .

La simbolica foto scelta ancora una volta dal sindaco Daniele Silvetti

La simbolica foto scelta ancora una volta dal sindaco Daniele Silvetti

di Giacomo Giampieri

Sindaco Daniele Silvetti, cosa prova oggi che il percorso sta per completarsi? "C’è grande soddisfazione nel vedere che l’obiettivo, avviato quand’ero presidente del Parco, sta per essere traguardato. Peraltro fu un punto del programma nella campagna elettorale del 2023, cui ha fatto seguito la proposta di legge del luglio 2024 dell’onorevole Stefano Benvenuti Gostoli (Fratelli d’Italia, ndr) sostenuta anche dall’onorevole Francesco Battistoni (Forza Italia, partito di Silvetti) e dal centrodestra. Nella sostanza credo che sia un passaggio improrogabile e prioritario".

In quale misura? "Un Parco naturale è già di per sé un’area protetta. Il nostro è terrestre con la peculiarità di essere affacciato sul mare. L’upgrade a Parco nazionale permetterà di avere una disponibilità di risorse quattro volte superiore, essenziali per la salvaguardia degli habitat e delle bellezze naturali, per le manutenzioni, ma anche per le tutele che, grazie all’intervento ministeriale, una Regione può garantire. Il Parco del Conero ha tutte le caratteristiche per diventare nazionale, oltre ad enormi potenzialità culturali e storiche. Tra l’altro sottolineo come, nell’allargamento a nord verso Ancona, sia prevista l’estensione all’area del Cardeto. Ma ho un altro sogno".

Quale? "Integrare, in futuro, anche la Selva di Castelfidardo. Ma intanto siamo orgogliosi del nostro Parco nazionale che, peraltro, ha dentro una città capoluogo: un unicum".

All’istituzione del testo unico si arriverà grazie ad un’intesa bipartisan con le minoranze, in testa Pd e Cinque Stelle. "Perché non c’è alcun approccio ideologico. L’ambiente non è un tema esclusivo, ma trasversale. L’unica differenza è con chi ne fa un aspetto ideologico o pensa che il Parco possa essere un freno. Tutt’altro. Non vogliamo un parco ingessato e bloccato nei vincoli, ma che abbia tutele stringenti in aree con riserve specifiche, da salvaguardare. Penso ai quattro Siti natura 2000 o alla zona di protezione speciale del Monte Conero. Ma nel nostro ci sono anche centri urbani e zone dove si fanno attività, quindi è importante la promozione turistica e culturale. Importante è poi sensibilizzare l’opinione pubblica, garantendo un giusto equilibrio ma contrastando l’idea che in un Parco non si possa fare nulla".

Quindi anche una leva per lo sviluppo? "Esattamente. Una leva economica. Soprattutto per la particolarità e per la richiesta di un turismo non di massa, ma di qualità. Una cosa che non tutti sanno, ad esempio, è che con l’upgrade, nelle aree protette non vige il vincolo della Bolkestein. Secondo l’Unione europea, almeno stando ad una prima interpretazione, le aree demaniali delle aree protette non sono soggette a gare per i rinnovi delle concessioni".

Ma il Parco nazionale che opportunità è per Ancona? "Fondamentale. Legherà ancora di più il nome del capoluogo al brand del Conero, ben riconoscibile a livello nazionale e internazionale".

Ha sentito il vicepremier Antonio Tajani? "Ci siamo scambiati dei messaggi e gli ho fatto i complimenti. Non solo per l’annuncio del Parco nazionale, ma anche per le parole che ha speso sul nostro porto. Hanno avuto un rimbalzo importante e confermano l’attenzione del Governo al suo sviluppo".