
La mobilitazione in via Don Rettaroli
Jesi (Ancona), 7 febbraio 2024- “Incolti sarete voi, no le nostre terre”. E ancora: “L’agricoltura è la base della cultura”. Una protesta massiccia, rumorosa e colorata si sta svolgendo alla periferia di Jesi in via don Rettaroli con alcune incursioni a piccoli gruppi di mezzi agricoli nel traffico cittadino. Si tratta di una manifestazione spontanea, organizzata solo con il passaparola, in questo caso su una chat via WhatsApp, che ha raggiunto oltre mille adesioni in tutte le Marche. Una settantina i mezzi agrcoli presenti oggi in città, oltre duecento le persone. Gli organizzatori, guidati da un'agricoltrice di Chiaravalle Elisa Fulgenzi, hanno avuto dalla questura il permesso per fare un presidio statico, senza cortei, ma ogni tanto un piccolo gruppo di trattori parte verso la città dove trovano per lo più applausi e incoraggiamenti degli automobilisti. Presente un corposo presidio di polizia, carabinieri e agenti di polizia locale a sorvegliare sul mantenimento dell’ordine pubblico.
I manifestanti, per scelta, non hanno esposto le bandiere delle associazioni di categoria, ma solo il tricolore italiano. Si tratta di piccoli e medi produttori, che ritengono di essere danneggiati dalle politiche della Ue, ma anche dal mancato supporto del governo italiano o dalle stesse organizzazioni agricole. Limitati nei movimenti, gli agricoltori hanno utilizzato striscioni e cartelli. Per sensibilizzare i cittadini sono stati organizzati anche dei banchetti di prodotti agroalimentari locali a chilometro zero a offerta libera. C’è chi cuoce gli arrosticini chi prepara il pane chiedendo solo di poter continuare a lavorare come facevano i propri genitori e nonni. Presenti tanti piccoli imprenditori, aziende per lo più a gestione familiare, alcune biologiche. Tutti decisi a laniare un grido d’allarme forte ma in maniera pacifica.
“Siamo un presidio di buon cibo e salute, un presidio per il territorio e l'ambiente” spiegano. “Uniti contro le ecofollie europee” gridavano altri cartelli affissi ai trattori. “Basta caro gasolio ingiustificato”, “Prezzi onesti per i nostri prodotti italiani, stop importazioni” è scritto su altri. E poi in dialetto: “La carne sintetica ve la magnade voialtri”. Molti i ragazzi presenti, alunni delle scuole agrarie del territorio, che hanno esposto su un apecar il cartello «No Farmers, no Food, no Future», la versione 'agricolà dei Fridays for Future. Infine un altro cartello che cita 'Viva l'Italia’ di Francesco Gregori.. «Viva l'Italia, l'Italia che resiste». E c’è anche chi tra un suono di clacson e l’altro canta l'inno di Mameli, con la mano sul petto.