
A destra, Luciano Spalletti quando era l’allenatore dei biancorossi. A sinistra, l’Ancona ai tempi dell’attuale Ct della Nazionale azzurra
Ancona, 8 maggio 2025 – Ancona non ha dimenticato Spalletti, Spalletti non ha dimenticato Ancona e quella sua esperienza nella Dorica che lo rilanciò, dando il via a una ascesa culminata con la nomina a C.T. azzurro. Il selezionatore dell’Italia, 66 anni, ha appena pubblicato “Il paradiso esiste...ma quanta fatica”, la sua autobiografia, dove ha ricordato l’esperienza ad Ancona. “Era il Natale 2001 – scrive – e mi trovavo a casa disoccupato quando si presentò il conosciutissimo ed apprezzatissimo presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni. Mi portò un regalo per la mia compagna – lui era solito essere gentile con tutti – e fece carte false per convincermi ad allenare la sua squadra che si trovava in difficoltà in serie B. Decido di accettare perché avevo bisogno di tornare a lavorare e scelsi Ancona anche perché c’erano giocatori forti”.
In rosa tra gli altri, e Spalletti nel libro li ricorda tutti, Sasà Russo, Ciccio Montervino, Storari, Favo, Albino, Max Vieri, fratello minore di Christian Vieri allora bomber della Nazionale. “Mi feci promettere però qualche acquisto – aggiunge Spalletti – e il presidente, abilissimo nello scovare talenti, assieme al direttore generale Umberto Marino mi accontentò prendendo ’Il tir di Civitavecchia’ Tiribocchi, Riccio, Maltagliati e Scarpi come portiere al posto dell’infortunato Storari”.
Giocatori che Ancona non ha ancora oggi dimenticato e dei top per la B, con Storari che sarebbe arrivato pure alla Juventus, ma l’inizio non fu facile: “Dopo una sconfitta 2-0 a Crotone – ricorda il tecnico di Certaldo nella sua autobiografia – venni contestato e i tifosi volevano tirarmi fuori dalla macchina, probabilmente per menarmi. Però dopo la vittoria 3-2 a Palermo nell’ultima giornata quei tifosi si attaccarono a quella stessa macchina per costringermi a non andare via. La sterzata arrivò in pochi giorni a Genova: prima vincemmo 2-1 contro il Genoa e poi 3-0 contro la Sampdoria. Fu una grande stagione, chiudemmo ottavi e nell’estate 2002 tornò a farsi viva l’Udinese”.
Era stato il riconfermato Fabio Brini ad iniziare in panchina quel torneo cadetto 2001-02: l’Ancona, a metà classifica con 21 punti, incappò però in due pesantissime sconfitte di fila, 0-3 in casa col Modena nella 17° giornata e 5-0 ad Empoli nella 18°, così dalla 19°, il 7 gennaio 2002, Spalletti si sedette sulla panchina biancorossa, debuttando con un 3-3 in casa col Palermo. L’inizio fu shock; 3 pari e 3 sconfitte, poi però sotto la Lanterna ci fu effettivamente la svolta: in 20 partite Spalletti ottenne 8 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte, 29 punti, 8° posto. Si vide pure spettacolo in alcuni match, con Albino e Vieri, 12 gol a testa, sugli scudi.
L’esperienza portò bene a Spalletti, che iniziò un nuovo ciclo all’Udinese, dove era già stato, portandola in Champions League nel 2005, ma ad Ancona il suo sostituto fu più che mai degno: arrivò infatti l’ìndimenticato Gigi Simoni, che condusse il club in serie A nel 2003. Ripensando alla triste realtà attuale, negli animi degli impagabili tifosi biancorossi non può che aleggiare tanta nostalgia.

