
Tutta la bellezza di piazza del Papa raccontata nel libro di Fabio Mariano
Da più di seicento anni è la piazza più bella ed importante di Ancona. Come uno scrigno prezioso conserva la storia della città e forse per questo, generazioni di anconetani l’hanno sempre considerata il centro di incontro per eccellenza. Piazza del Papa, come la chiamano gli anconetani piuttosto che piazza del Plebiscito, piazza Grande e ancor prima piazza Nuova. Su questo luogo dall’indubbio fascino urbano è stato scritto, nel 1993, un libro: "Piazza del Papa in Ancona. Architettura e scena urbana." Si tratta di un’opera di grande interesse per la completezza degli argomenti trattati dall’autore Fabio Mariano che ha anche curato il progetto di sistemazione ed arredo urbano della piazza. La pubblicazione, edita da Edizioni l’Incontro, si apre con una serie di note di topografia urbana cui segue un capitolo che affronta la storia e l’evoluzione della piazza da quando era un semplice campo fuori le mura cittadine al XX secolo. In queste pagine non viene descritto solo l’evolversi urbanistico di un’area ma soprattutto secoli di storia cittadina che proprio da questa piazza si è propagata. Di notevole aiuto alla conoscenza della piazza è la grande quantità di rilievi, realizzati dall’autore, le foto d’epoca e le stampe antiche che permettono al lettore di viaggiare nel tempo e scoprire come il luogo si sia evoluto giorno dopo giorno. In un secondo capitolo Mariano scrive dei monumenti più importanti della piazza. La statua di Clemente XII, che da il nome alla piazza, il Palazzo del Governo oggi sede della Prefettura, la Torre civica, la chiesa di San Domenico, l’Ospedale di San Tommaso di Canterbury, oggi Museo della Città, le scomparse chiese dell’Incoronata e di Sant’Egidio sacrificate per rendere la piazza più grande e più bella, la circolare fontana di Pio VII, al termine della scalinata e la fontana dei Decapitati, la Porta di San Pietro, che gli anconetani chiamano di Carola o Garola. Chiudono lo studio della piazza i Palazzi privati che in essa si specchiano: Shelini, Nembrini Gonzaga, Laguidara e poi Mengoni Ferritti, Zanetti, De Foresta sul lato opposto a San Domenico. Un terzo e ultimo capitolo è dedicato ai progetti e ai restauri per il recupero della piazza. Dire che si tratta di un’opera interessante e dire poco perché si è di fronte ad un’analisi completa, dal punto di vista storico e urbanistico, di un luogo che forse è oggi un po dimenticato e che questo libro può far tornare a scoprire ed amare.
Claudio Desideri