
Pier Filippo Melchiorre
Non riesce a trovare pace l’auditorium intitolato al compianto vescovo Montevecchi, guidò la diocesi dal 1997 al 2013, e da tempo preso d’assalto da svariati atti vandalici costantemente finalizzati unicamente a deturparlo. A redigere il progetto esecutivo per poi assumere successivamente la direzione dei lavori fu l’architetto Pier Filippo Melchiorre che, dopo svariati anni, è tornato a ribadire le sue perplessità sul passaggio pedonale che da viale della Rimembranza conduce alla struttura. A suo modo di vedere proprio quella via d’accesso costituisce il passaggio in grado di favorire i vandali nel raggiungimento dell’ingresso della sala dell’auditorium. Una scelta scellerata da imputare all’amministrazione comunale dell’allora sindaco Guido Castelli, oggi commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016.
"La gestione dell’impianto doveva essere in prima battuta affidata alla facoltà di architettura che avrebbe utilizzato l’auditorium come aula magna e come spazio per accogliere altre attività compatibili – spiega via social l’architetto Melchiorre –, oltre ad assicurare la disponibilità per ospitare eventi musicali e culturali in genere, secondo precisi accordi con l’amministrazione comunale. Durante i lavori il sindaco Castelli e il dirigente dei lavori pubblici nonché responsabile del procedimento, l’ingegner Ballatori, decisero di realizzare la pedonale che da viale della Rimembranza consentiva l’accesso diretto alla sala". Una decisione malvista dall’architetto Melchiorre che espose già al tempo il proprio dissenso su tale soluzione. "Il sottoscritto espresse parere contrario in quanto riteneva che tale collegamento inficiasse la sicurezza della struttura – prosegue –. Questo perché bypassava l’accesso protetto utilizzando il percorso entro lo spazio di pertinenza del realizzando polo universitario. Il lavoro venne eseguito comunque e assegnato con una trattativa privata alla ditta Faro per 200mila euro finanziati con i fondi residui del bilancio comunale. Così poi è stato evidente che il percorso diretto all’ingresso della sala avrebbe creato, in assenza di efficaci presidi di sicurezza, problemi relativi ad accessi non autorizzati e conseguenti possibili azioni vandaliche. Circostanza che si è ripetuta negli ultimi anni. Oggi hanno praticamente distrutto ciò che considero quasi un mio figlio. Esprimo la mia indignazione come cittadino e padre di un’opera che doveva essere fondamentale per lo sviluppo e la promozione culturale della città".
Massimiliano Mariotti

