
La diga di Talvacchia
Ha piovuto tanto nelle zone montane dei Monti della Laga nei giorni scorsi e di questo ha risentito il bacino del lago di Talvacchia. Di acqua ce n’è troppa in questo momento, tanto che il gestore della diga ha comunicato l’attivazione della fase di preallerta ’Rischio idraulico a valle’. Si tratta di un provvedimento precauzionale e la situazione viene costantemente monitorata. La diga, che al momento non registra problemi strutturali, sbarra il torrente Castellano e il bacino sotteso viene utilizzato per la produzione di energia elettrica nella centrale Enel di Capodiponte. Le piogge dei giorni scorsi che hanno interessato in particolare le zone fra Marche e Abruzzo hanno fatto alzare notevolmente il livello dell’acqua nel bacino per cui è stata comunicata ai comuni interessati l’attivazione dello stato di preallerta, nella speranza che non sia poi necessario passare a quella di allerta vera e propria quando la risorsa idrica dovrà giocoforza essere scaricata, facendo alzare il livello dei fiumi a valle, in maniera, comunque, controllata, così da non produrre danni.
Il bacino è tenuto sotto controllo costante non solo dai gestori della diga, ma anche dagli enti a vario titolo interessati, così da intervenire tempestivamente e, anzi, in anticipo rispetto a malaugurati peggioramenti della situazione. Secondo quanto riferisce la scheda tecnica del ministero delle Infrastrutture, quella di Talvacchia è una diga muraria ad arco gravità in funzione dal 1960. Il bacino viene utilizzato per la produzione di energia elettrica nella centrale di Capodiponte, dove le portate vengono convogliate mediante una galleria di derivazione in pressione lunga circa 3 kilometri, e successiva condotta forzata; sbarra il torrente Castellano a Talvacchia, dista circa 15 kilometri da Ascoli e la superficie del bacino imbrifero è di circa 110 kilometri quadrati. Lo scarico di superficie è costituito da uno scarico a soglia libera posto sul coronamento, destinato ad entrare in funzione solo in caso di eventi eccezionali, e da un secondo scarico regolato da paratoie, in sponda sinistra, che immette le acque in una galleria che sbocca a valle a grande distanza dalla diga. Lo scarico intermedio consiste in una galleria di due metri di diametro, che sottopassa in roccia la diga in sponda sinistra ed ha uno sviluppo di circa 215 metri, intercettato da due paratoie piane.
Lo scarico di fondo è costituito da una galleria di diametro 4 metri, che corre in roccia in sponda destra ed ha uno sviluppo di circa 300 metri, intercettato da due paratoie piane.
Peppe Ercoli

