PEPPE ERCOLI
Cronaca

Insulti a una vigilessa ad Ascoli, dovrà pagare quasi 5mila euro: condannato

L’ascolano riconosciuto colpevole anche in Appello: tutto nasce da una multa di neanche 29 euro

Ascoli, insulti a una vigilessa dopo una multa: dovrà pagare 5mila euro (foto d'archivio)

Ascoli, insulti a una vigilessa dopo una multa: dovrà pagare 5mila euro (foto d'archivio)

Ascoli, 10 maggio 2023 – Anche il processo d’appello ha dato torto all’ascolano che, dopo aver preso una multa, si era lasciato andare a parole diffamanti nei confronti di una vigilessa.

Per cui dovrà pagare 250 euro di multa inflittagli in primo grado, risarcire la vigilessa di 500 euro e pagarle le spese legali che, tra i due gradi di giudizio, ammontano a poco più di 4.000 euro. Tutto a fronte di una multa per divieto di sosta di 29,40 euro euro che, per altro, l’ascolano all’epoca non contestò, ritenendo spropositato pagare una marca da bollo da 38 euro per fare ricorso al Prefetto.

Ma questa probabilmente è l’unica cosa giusta che ha fatto visto che il ricorso facilmente lo avrebbe perso poiché l’auto era veramente stata parcheggiata in maniera scorretta ed era sostanzialmente incontestabile la multa elevata dalla vigilessa del comando di polizia municipale di Ascoli che, assistita dall’avvocato Alessandro Angelozzi, lo ha denunciato per diffamazione, trovando ragione in tribunale visto che l’uomo è stato condannato due volte.

Era il 3 aprile 2020, sabato di Pasqua, e quella multa spinse l’ascolano ad inviare la lettera al comando per esprimere " indignazione alla zelantissima persona (indicata col numero di matricola ndr) che mi ha fatto la multa per presunto divieto di sosta. Presunto in quanto la mia auto, con regolare esposizione del tagliando ‘residente’, sostava in uno spazio morto, tra un passo carrabile e l’inizio del tracciato di sosta per i motocicli". La lettera andò oltre. "La mia vettura non creava alcuna ostruzione al passo carraio, né occupava la fascia per i motocicli, sicché appare del tutto illogica la eventuale giustificazione da parte del vigile (molto probabilmente una vigilessa visto che gli uomini in divisa hanno più buon senso e spirito di indulgenza), che abbia dovuto fare la multa perché chiamato da qualcuno".

A sostegno della sua tesi l’ascolano allegò foto volendo dimostrare che spesso si verificavano casi di sosta selvaggia, con auto in divieto ma "impunite". Poi la lettera è sfociata in frasi non eleganti. "Sarebbe da proclamare un bello ‘stronzo’ a colui (più probabilmente colei) che si è incensato nel giorno del sabato santo di un gesto così inqualificabile. In virtù del periodo pasquale non ho mancato di profondere un’accorata preghiera a nostro Signore risorto affinché abbia in Cielo il vigile (più probabilmente la vigilessa), così bravo, umano e zelante".