PEPPE ERCOLI
Cronaca

Multato scrive al comando: “Dio abbia in Cielo la vigilessa”. Condannato a pagare 4mila euro

L’automobilista di Ascoli era stato multato e ha inviato una lettera al comando con offese all’agente di polizia: sanzione e spese processuali salate

Due agenti di polizia locale

Due agenti di polizia locale

Ascoli, 27 giugno 2023 – Quella multa rimediata a Pasqua 2021 non gli è andata proprio giù, tanto da inviare una missiva al comando di polizia municipale per protestare con veemenza, ma anche usando frasi che il Giudice di pace ha ritenuto lesivi della dignità professionale e dell’onore della vigilessa che quella sanzione gliel’aveva comminata. Per questo un ascolano è stato condannato a 250 euro di multa, a risarcire la vigilessa, costituitasi parte civile con l’avvocato Alessandro Angelozzi, e a pagare le spese processuali di circa 4mila euro. Una vicenda che inizia il 3 aprile del 2021, sabato di Pasqua, per una multa che all’ascolano proprio non è andata giù tanto da inviare la lettera al comando della polizia municipale per esprimere "la mia più indignata alla zelantissima persona (indicata col numero di matricola ndr) che mi ha fatto la multa per presunto divieto di sosta. Presunto – ha spiegato – in quanto la mia auto, con regolare esposizione del tagliando ’residente’, sostava in uno spazio morto, tra un passo carrabile e l’inizio del tracciato di sosta per i motocicli".

La lettera va oltre e i toni si sono accesi. "La mia vettura non creava alcuna ostruzione al passo carraio, nè occupava la fascia per i motocicli, sicché appare del tutto illogica la eventuale giustificazione da parte del vigile (molto probabilmente una vigilessa visto che gli uomini in divisa hanno più buon senso e spirito di indulgenza), che abbia dovuto fare la multa perché chiamato da qualcuno".

A sostegno della sua tesi l’ascolano ha allegato foto della zona "incriminata" testimoniando che spesso si verificano casi di sosta selvaggia, con auto in palese divieto ma "impunite". Poi la lettera sfocia in frasi decisamente non eleganti. "Sarebbe da proclamare un bello ’stronzo’ a colui (più probabilmente colei) che si è incensato nel giorno del sabato santo di un gesto così inqualificabile". Il bello è che l’ascolano nella lettera afferma poi di non voler fare ricorso al Prefetto "poiché i 38 euro per la marca da bollo sono di più dei 29 euro e 40 della multa". All’esito del processo dovrà invece pagare molto di più, anche se probabilmente il suo avvocato appellerà la sentenza di condanna. Ma va citata, infine, la chiusura della lettera. "In virtù del periodo pasquale non ho mancato di profondere un’accorata preghiera a nostro Signore risorto affinché abbia in Cielo il vigile (più probabilmente la vigilessa), così bravo, umano e zelante.