Leopoldo Wick a processo, il teste: "L'ho visto con la siringa nello zaino"

L’infermiere alla sbarra, il racconto in aula di un’operatrice: "Dopo i turni i suoi pazienti stavano male". Parla anche il carabiniere

Leopoldo Wick

Leopoldo Wick

Ascoli Piceno, 16 dicembre 2021 - "Ho visto Wick riporre nel suo zainetto una siringa vuota e già usata, di quelle che si utilizzano per l’insulina e diversi decessi sono avvenuti per farmaci che non dovevano essere somministrati". E’ la testimonianza choc di una oss della Rsa di Offida che è stata ascoltata ieri mattina davanti alla Corte d’Assise di Macerata nel corso del processo a Lepoldo Wick, il paramedico 58enne di Ascoli, accusato di aver ucciso otto pazienti con iniezioni di insulina o tranquillanti e di aver tentato, nello stesso modo, di ammazzarne altri quattro.

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La oss ha raccontato di essere stata la prima a segnalare eventi anomali nella struttura sanitaria dove lavoravano lei e Wick e di aver notato come al termine dei turni del paramedico ascolano, spesso i pazienti venivano trovati in uno stato di semi incoscienza. Una versione, questa, confermata durante l’udienza da un altro teste della pubblica accusa, un’infermiera che prestava servizio ad Offida: "Dopo i turni di Wick i pazienti stavano sempre male ed erano sonnolenti. Una volta ho effettuato un controllo sui farmaci che venivano utilizzati ed ho trovato una bottiglietta aperta di Talofen, un antipsicotico, che era stata consumata proprio dopo il turno di Wick, benché non ci fossero prescrizioni di quel medicinale per i pazienti".

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La oss e l’infermiera, durante le indagini, erano state intercettate telefonicamente ed avevano definito Wick "un delinquente, un bastardo", ed ancora in una conversazione ricordavano che ad un anziano la mattina era stato riscontrato un livello di glicemia pari a 24 mg/dl, ben al di sotto della norma:."Non ha problemi di glicemia!" aveva esclamato una delle due. Nell’ennesima conversazione intercettata, una delle dipendenti dell’Rsa di Offida faceva notare la coincidenza: "Praticamente come sempre stanotte Wick ha fatto un successo". Tra i teste della pubblica accusa, rappresentata dal pm Umberto Monti, hanno sfilato in aula due medici e l’allora comandante nel Nucleo investigativo dei carabinieri di Ascoli, il colonnello Nicola Gismondi, che ha condotto le indagini sul caso.

Gismondi ha ripercorso l’intera vicenda, sottolineando l’importante risultato della perquisizione effettuata a casa di Wick: "All’interno dello zainetto che l’imputato portava sempre con sé, abbiamo rinvenuto pillole di farmaci psicotropi e una confezione di medicinali non insulinici, dove abbiamo rinvenuto una sostanza che, fatta esaminare, è risultata invece essere insulina". Cosa ci faceva allora l’insulina, causa di diversi decessi all’Rsa di Offida, in un flacone di farmaci diversi? Wick sostiene di non avercela messa lui, ma di essere incastrato dallo os con la quale non aveva buoni rapporti. E questa è anche la tesi del difensore infermiere, l’avvocato Francesco Voltattorni: "Ad oggi non è emerso assolutamente nulla che faccia pensare a morti dovute a cause non naturali, né che sia stato Wick ad uccidere i pazienti della Rsa di Offida. Si parla sempre delle solite cose: di sonnolenza, di persone stordite, ma poi emerge che potrebbe essersi trattato di accumulo di farmaci abbinato all’età avanzata dei pazienti. Questo è quello che gli inquirenti hanno in mano, niente di più che ipotesi e sospetti".