Archiginnasio d’oro a Prodi, ancora scontro in Consiglio comunale: scintille tra Cavedagna e Campaniello

Per il capogruppo di Fratelli d’Italia l’onorificenza all’ex premier “viene usata come clava politica” e la scelta resta “divisiva”. Ira degli esponenti dem: “Intervento scorretto”

Bologna, 14 marzo 2024 – E’ ancora bagarre in Consiglio comunale sulla decisione di attribuire l’Archiginnasio d’Oro a Romano Prodi. A infiammare il dibattito durante la commissione consiliare Affari generali, in particolare, i consiglieri Stefano Cavedagna (Fratelli d'Italia) e Michele Campaniello (Partito Democratico).

Per il meloniano, quella in questione resta una scelta divisiva, “una scelta che meritava una discussione”, che però “non c’è mai stata, così come non c’è mai stata la volontà di allargare il dialogo tra i gruppi consiliari” anche se ora “i colleghi auspicano una grande convergenza in merito all’iniziativa”. “Una scelta politica della giunta Lepore”, dunque, che vuole “utilizzare l’onorificenza come una clava politica” e rimane “distante dalla volontà di unire”.

Sopra, l'ex premier Romano Prodi. Sotto, a sinistra, Michele Campaniello (Pd); a destra, Stefano Cavedagna (FdI)
Sopra, l'ex premier Romano Prodi. Sotto, a sinistra, Michele Campaniello (Pd); a destra, Stefano Cavedagna (FdI)

Non ci stanno gli esponenti dem, con Campaniello che giudica quello di Cavedagna “un intervento scorretto” dettato dalle “idee e dai valori diversi” del partito tricolore. A ruota anche gli altri consiglieri piddì come Vincenzo Naldi (“Prodi dà lustro non solo alla nostra città, ma a tutto il Paese e alla regione”), Roberto Fattori (“Al di là delle valutazioni politiche, sempre legittime, non si può non riconoscere la rilevanza dell’ex premier”) e Cristina Ceretti (“Miope non dare il giusto valore a Prodi”).

Un tema, in sostanza, che continua a far agitare Palazzo d’Accursio. E’ stato il caso, ad esempio, anche della posizione del consigliere della Lega Giulio Venturi, che si era detto a favore di attribuire il massimo riconoscimento culturale e scientifico della città al ‘Professore’. Suscitando, peraltro, le reazioni avverse dei colleghi di partito.

Va ricordato, in ogni caso, come sia necessaria l’approvazione della delibera da parte di due terzi del Consiglio comunale per attribuire l’onorificenza. Numeri che il Pd è forte di avere.

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