Covid oggi Bologna, la crisi dei posti letto. "Più bimbi in Pronto soccorso"

Oltre 2.000 nuovi positivi e 6 morti in provincia. La direttrice del Sant'Orsola Chiara Gibertoni fa il punto: "Dovremo ridurre l'attività chirurgica". I costi di 3 pazienti no vax curati con l'Ecmo

Chiara Gibertoni

Chiara Gibertoni

Bologna, 3 gennaio 2022 - I contagi Covid, alimentati dalla fiammata della variante Omicron, continuano a crescere anche a Bologna, Tra i 2.068 nuovi casi di positività in provincia di Bologna, segnalati nel bollettino di oggi, 934 hanno effettuato il tampone per presenza di sintomi, un caso attraverso il contact-tracing, 11 casi mediante i test per le categorie più a rischio, mentre per 1.122 casi sono ancora in corso le indagini epidemiologiche.

Tra i 2.068 nuovi contagi, 2.046 sono sporadici e 22 sono inseriti in focolai. Nessun caso è stato importato da altra regione o dall’estero.

Sono 6 le vittime legate alla pandemia: due uomini di 69 e 95 anni e quattro donne di 78, 79, 86 e 96 anni

Oggi a lanciare l'allarme è la direttrice del Sant'Orsola Chiara Gibertoni, intanto al Maggiore le terapie intensive sono al limite: solo tre posti letto liberi.

"Posti letto in ospedale: siamo sul filo del rasoio"

Per i posti in ospedale "stiamo viaggiando sul filo del rasoio", racconta la direttrice generale dell'azienda ospedaliera fotografando la situazione della disponibilità per i ricoveri da Covid-19, alle prese con la variante Omicron. "L'unico incremento che abbiamo fatto era quello previsto da sei letti di semintensiva a dieci. Sulla degenza ordinaria viviamo a  di rendita della trasformazione dei 30 letti della geriatria estendibili a 36 e credo che li estenderemo in questa settimana". E aggiunge: "Questa settimana sarà determinante per capire se possiamo fermarci qui o invece dobbiamo riconvertire ancora. Questo significa che alla riapertura del 10 gennaio ci troveremo con una riduzione dell'attività chirurgica pari a circa il 50%, l'assetto del periodo natalizio, che dovremo prolungare".

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I costi stratosferici dell'Ecmo

Il problema sono anche i no vax, che pesano particolarmente sul sistema sanitario. Gibertoni racconta ad esempio che da una decina di giorni alla Cardiochirurgia del Sant'Orsola ci sono tre pazienti Covid-19, tra 50-60 anni, non vaccinati, che hanno necessità di essere trattati con l'Ecmo, tecnica che supporta le funzioni vitali con circolazione extracorporea. "Questo - ha spiegato la direttrice generale - richiede un infermiere che segue il paziente tutto il giorno, significa sei infermieri sulle 24 ore e una macchina dedicata. È un costo stratosferico. Un paziente in terapia intensiva Covid costa 3.300 euro al giorno, qui siamo sugli ottomila euro. Dispiace vedere queste risorse impiegate così in un Paese che ha scelto la vaccinazione gratuita a tutti. Forse dovremmo iniziare a presentare il conto virtuale...".

In questo caso i pazienti hanno forme di polmonite da Covid-19 molto severe, per cui non riescono più a scambiare l'ossigeno. Si opta per questa tecnica estrema, una sorta di dialisi polmonare, quando si ritiene che il paziente, ha spiegato Gibertoni, "abbia un minimo di capacità di resistere, per cui non la offri sopra i 70 anni". Si può proseguire per un paio di mesi, poi o il paziente guarisce o si valuta un trapianto di polmoni - ma al Sant'Orsola non è ancora mai successo - oppure il paziente muore. Nel periodo di picco del contagio, ci sono stati al massimo quattro pazienti Covid trattati così, contemporaneamente. Ora ci sono questi tre casi e riguardano persone non vaccinate".

Omicron: più bimbi in Pronto soccorso

Intanto la variante Omicron comincia a pesare anche sulla popolazione infantile, spiega Gibertoni: "Al Sant'Orsola abbiamo un aumento della presenza di bambini positivi al Covid in Pronto soccorso pediatrico, e ci sta con l'estensione della Omicron e con l'aumento dell'infettività di questa variante del virus. Per fortuna però abbiamo avuto ricoveri brevi: sono state osservazioni, bambini tenuti in osservazione breve-intensiva per diverse ore per vedere l'aspetto respiratorio. Continuano a non essere per fortuna colpiti in maniera pesante neanche da questa Omicron ma certamente, aumentando i contagi, i casi in cui anche il bambino ha una patologia con un quadro impegnativo si vedono sicuramente di più". La vaccinazione nella fascia 5-11 anni, però, procede a rilento, spiega l'assessore alla Sanità della Regione Raffaele Donini. "Stiamo agendo con i pediatri e con campagne di sensibilizzazione per persuadere i genitori facendo presente che il vaccino è una protezione che si offre non solo al bambino, ma in generale alla società e ai soggetti più fragili. Speriamo che l'anno nuovo ci porti un aumento dei vaccinati anche in questa fascia". 

I pazienti che pretendono terapie particolari

L'altro fenomeno, a quanto pare in crescita, è il problema di chi si presenta in ospedale pretendendo di dettare ai medici le terapie da seguire, come denunciato dal direttore dell'Ausl di Bologna, Paolo Bordon. Casi che si registrano anche al Sant'Orsola, come conferma Gibertoni. "Ci fanno scrivere anche dagli avvocati", sottolinea. "Sono situazioni grottesche e paradossali - commenta Donini - noi comunque ci occupiamo di curare tutti, al massimo dell'efficacia, che siano vaccinati oppure no. Ricordo però che se oggi tutti fossero vaccinati, avremmo non più di 30 persone in terapia intensiva in tutta l'Emilia-Romagna e non avremmo problemi di impatto sugli ospedali".

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