FRANCESCO MORONI
Cronaca

Lepore contro le marce: "C’è una strategia precisa per aumentare la tensione"

Dura presa di posizione del sindaco di Bologna dopo i fatti di Brescia "È ovvio che qualcuno sta organizzando questa cosa: prestiamo attenzione". Sotto le Due Torri a novembre l’altra manifestazione dei Patrioti.

Il sindaco Matteo Lepore alla commemorazione al Sacrario di Sabbiuno (Bologna)

Il sindaco Matteo Lepore alla commemorazione al Sacrario di Sabbiuno (Bologna)

Bologna, 16 dicembre 2024 – "C’è una strategia precisa per aumentare la tensione nel nostro Paese". Matteo Lepore torna sulla questione delle marce neofasciste. Il sindaco di Bologna lo fa dal Sacrario di Sabbiuno, in occasione ieri mattina delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio del ‘44. Il riferimento è all’ultimo episodio che, l’altro giorno, ha visto circa 400 manifestanti sfilare per Brescia al grido di "È nostra e ci appartiene". Una manifestazioni organizzata, tra gli altri, da CasaPound e Rete dei Patrioti, gli stessi gruppi che a inizio novembre avevano messo in piedi il corteo-presidio per la sicurezza a Bologna, a due passi dalla stazione teatro della strage del 2 agosto 1980.

"Queste marce nella città delle bombe e della strategia neofascista della tensione preoccupano – dice Lepore alla commemorazione di Sabbiuno –. Credo che le più alte cariche dello Stato, noi cittadini, sindaci e comunità locali dobbiamo prestare molta attenzione, perché c’è una strategia precisa, è evidente. Se ci sono 400 camicie nere a marciare con il passo dell’oca significa che qualcuno sta organizzando questa cosa".

I toni tornano ad alzarsi, dopo che a novembre sotto le Due Torri parole simili avevano creato non pochi screzi e botta e risposta con il governo. "Ci hanno mandato 300 camicie nere, mentre noi vorremmo i fondi per l’alluvione – aveva sferzato allora Lepore –. Non andava gestito così l’ordine pubblico, il ministero degli Interni dia spiegazioni".

Un caso che si era creato attorno alla decisione del comitato per l’ordine pubblico di autorizzare la manifestazione di CasaPound e Patrioti proprio a due passi dalla stazione, in piazza XX Settembre, in nome della sicurezza: una delle zone più calde della città quando si parla di sangue e violenze, tanto che a settembre due ragazzi giovanissimi (uno di 16 e l’altro di 26 anni) furono uccisi a colpi di coltello. All’interno del comitato sembrava essere stato deciso di spostare il corteo proprio per evitare scontri già annunciati con collettivi e anarchici, realizzando la manifestazione in un luogo meno vicino alla stazione. Ma il corteo alla fine non ha variato percorso e gli scontri hanno messo a ferro e fuoco Bologna, con centinaia di antagonisti contro le forze dell’ordine. Un caso, appunto, con l’attacco di Lepore verso Roma e le risposte della premier Giorgia Meloni ("Le uniche camice erano quelle blu della polizia") e del vicepremier Matteo Salvini ("Si chiudano i centri sociali occupati dai comunisti"), oltre che del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ("Stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco").

Una battaglia a colpi di "zecche rosse" e "camicie nere" che di certo non aveva contribuito ad abbassare i toni, a una manciata di giorni dalle elezioni regionali. Ora, anche a seguito dei fatti di Brescia, i bollori sembrano essersi riscaldati nuovamente.

A Sabbiuno fra il 14 e il 24 dicembre del 1944 furono un centinaio i partigiani e i prigionieri politici fucilati dai nazisti, con i corpi gettati nei calanchi verso il Reno e alcune salme recuperato solo dopo la Liberazione. Ancora oggi il numero esatto delle vittime non si conosce con esattezza.

Alla commemorazione anche il neo governatore Michele de Pascale: "Siamo in un luogo straordinario della memoria. A Sabbiuno furono trucidati antifascisti e partigiani che sacrificarono la loro vita per donarci libertà e democrazia. La memoria non è solo ricordo, ma un impegno concreto per costruire una società più giusta e libera". All’evento presenti anche Sara Bonafè, presidente del Comitato per le onoranze ai caduti di Sabbiuno, e Anna Cocchi, presidente dell’Anpi di Bologna.