NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Meloni nel mirino dei ‘nazi’: "Il progetto dei terroristi smentisce le opposizioni"

Il ministro Piantedosi commenta i piani emersi dall’inchiesta sui Werwolf. Domani gli indagati compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia

Meloni nel mirino dei ‘nazi’: "Il progetto dei terroristi smentisce le opposizioni"

Bologna, 6 dicembre 2024 – Il primo obiettivo dei neonazisti Werwolf era la premier Giorgia Meloni. A cui progettavano di sparare dalla camera di un hotel di fronte al Parlamento. E questo piano, assieme alla ricostruzione del pensiero dei ‘camerati’ rappresenta, per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, "la smentita di tante affermazioni fatte nel passato". La ‘particolarità’ dell’indagine condotta dalla Digos bolognese sta nel fatto che "i neonazisti vogliono colpire la premier Meloni e componenti importanti di un governo che talvolta viene accusato dall’opposizione di avere, in qualche modo, una vicinanza ideale a questi mondi".

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Ed ecco quindi che l’indagine va a smentire questa narrazione, è la riflessione del titolare del Viminale. Di fatti, nelle 474 pagine dell’ordinanza, oltre alla premier viene preso di mira anche il leader della lega Matteo Salvini. Rei, nel pensiero degli indagati, di essere dei "traditori". Un pensiero esteso anche a quelle realtà di ultra destra, comunque inserite nel contesto della legalità, come ad esempio Casapound, realtà disprezzata dai neonazisti ideatori del progetto Werwolf. Un contesto che impone la massima attenzione: "Essere preoccupati è il nostro mestiere – ha detto ancora Piantedosi –. Quindi alzare il livello della prevenzione è qualcosa che fa parte del quotidiano. Manterremo l’attenzione sempre alta".

Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi ministro degli Interni del Governo Meloni

L’inchiesta della Digos ha suscitato reazioni bipartisan, dal sindaco Matteo Lepore al presidente della Regione Michele de Pascale, che hanno espresso preoccupazione per l’humus su cui germogliano i semi dell’antisemitismo e dell’odio razziale "Bisogna tenere alta la guardia", ha riassunto il sindaco.

Visto anche che Bologna non è ‘vergine’ a simili incursioni. Per chi ha memoria, nell’agosto del 2007 un’inchiesta di Digos e Ros aveva portato all’arresto dei membri di un gruppo neonazista che operava a Bologna, ritenuto responsabile di aggressioni a stranieri e avversari politici, oltre che di danneggiamenti. All’epoca i social non esistevano e per entrare nella ‘sezione Bonaccorsi’ (in omaggio allo squadrista Arconovaldo) bisognava dimostrarsi ‘all’altezza’ con azioni concrete: menare le mani, lanciare molotov. "Una differenza sostanziale – dice l’avvocato Gabriele Bordoni – rispetto ai fatti di oggi. Che, per fortuna, restano nell’ambito delle chiacchiere online tra ‘leoni da tastiera". Bordoni, che all’epoca difese alcuni degli imputati in quell’inchiesta, poi prosciolti, oggi rappresenta Alessandro Giuliano, uno degli indagati per cui è stata eseguita, mercoledì, la misura cautelare in carcere. Domani, comparirà assieme agli altri arrestati davanti alla gip Nadia Buttelli, per l’interrogatorio di garanzia. "Il livello di pericolosità del mio assistito, ma in generale di questo gruppo, al di là delle farneticazioni online, è pari a zero", spiega Bordoni, che ha già preparato il ricorso al Riesame per il suo assistito.