FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Processo Amato, il legale di parte civile: “E’ un mentitore seriale”

Il caso del medico accusato di avere ucciso la moglie e la suocera a 22 giorni di distanza l’una dall’altra, nell’ottobre 2021. L’avvocato Maurizio Merlini, che rappresenta la sorella di Isabella e figlia di Tateo: “In questo processo abbiamo una mole incredibile di indizi, concordanti e tutti contro l’imputato. Tanti e tali da diventare una prova, che supera il ragionevole dubbio”

Bologna, 25 settembre 2024 - La pistola fumante non c’è, ma “i proiettili sì: sono i farmaci Sevoflurano e Midazolam che hanno ucciso Isabella Linsalata e sua madre Giulia Tateo. E a somministrarli è stato Giampaolo Amato, un mentitore seriale che ben conosceva quei medicinali, anche se lo ha negato”. Tocca alle parti civili oggi prendere la parola al processo per duplice omicidio a Giampaolo Amato, il medico di 65 anni accusato di avere ucciso la moglie e la suocera a 22 giorni di distanza l’una dall’altra, nell’ottobre 2021, con un cocktail letale di anestetico e benzodiazepine.

Giampaolo Amato, il medico di 65 anni accusato di avere ucciso la moglie e la suocera a 22 giorni di distanza l’una dall’altra, nell’ottobre 2021, con un cocktail letale di anestetico e benzodiazepine
Giampaolo Amato, il medico di 64 anni accusato di avere ucciso la moglie e la suocera a 22 giorni di distanza l’una dall’altra, nell’ottobre 2021, con un cocktail letale di anestetico e benzodiazepine

L’avvocato Maurizio Merlini, che rappresenta la sorella di Isabella e figlia di Tateo, Anna Maria, apre così la sua discussione: “Amato è stato l’ultimo a vedere la moglie in vita, il primo a vederla senza. Quella morte non è stata naturale, né accidentale. Quelli di Linsalata e Tateo sono stati due delitti quasi perfetti. Quasi, solo perché la determinazione di Anna Maria e la meticolosità degli inquirenti non hanno permesso che venissero sottovalutati”. L’avvocato riassume: “Sia la notte dell’8-9 ottobre sia quella del 30-31, Amato era l’unico familiare in casa in via Bianconi, a parte le vittime. L’app Salute del suo smartwatch registra cinque salite di un piano, e sopra di lui viveva la suocera, nella notte in cui lei è morta. E l’8 ottobre, il giorno prima, Amato cercava online informazioni sui gas soporiferi. Il medico conosceva bene Midazolam e Sevoflurano e i loro effetti, a differenza della moglie. L’ha negato, ma abbiamo le prove: li conosceva bene”. Il legale conclude: “In questo processo abbiamo una mole incredibile di indizi, concordanti e tutti contro l’imputato. Tanti e tali da diventare una prova, che supera il ragionevole dubbio. È offensiva, più che difensiva, la tesi dei consulenti dell’imputato secondo cui Linsalata assumeva i farmaci a scopo voluttuario e ne dava alla madre a scopo consolatorio, e ne fosse al punto dipendente da non potersi fermare neppure dopo avere accidentalmente ucciso la mamma. Non c’è alcuna prova in merito, quelle fornite dalla difesa sono false, falsificate per adattarsi a questa versione. Amato è un mentitore seriale, lo ha dimostrato qui e lo afferma chiunque lo conosca: e in un processo, le difese false valgono più di 100 prove d’accusa”. Composito il movente, secondo l’avvocato Merlini: “Passionale, per l’ossessione che aveva per l’amante; familiare, per placare l’ira dei figli che con lui erano durissimi dopo la scoperta del tradimento della madre; sociale, per non alienare l’aura di perfezione di sé che un divorzio avrebbe oscurato; ed economico, per assicurarsi la proprietà del suo studio, che condivideva con la moglie”. La parte civile ha infine chiesto “verità” alla Corte, e un risarcimento di un milione e 100mila euro per la sorella di Isabella.