Bologna, anziano coraggio sventa truffa da 2.500 euro

Quando il malvivente è arrivato ha trovato la polizia grazie ai coniugi Micele. Caccia ai complici: "Raccontava che mia figlia aveva fatto un incidente e se non pagavo sarebbe finita in carcere"

Il signor Eugenio Micele con la moglie Giuliana

Il signor Eugenio Micele con la moglie Giuliana

Bologna, 18 marzo 2023 – Era appena stato dimesso dall’ospedale dopo un delicato intervento a cuore aperto e la raccomandazione principale era di non fare sforzi e di tenersi il più possibile al riparo da emozioni forti. E in tutta risposta Eugenio Micele, 77 anni, assieme alla moglie Giuliana, ha fatto arrestare un truffatore di anziani. È successo ieri pomeriggio.

Il signor Eugenio Micele con la moglie Giuliana
Il signor Eugenio Micele con la moglie Giuliana

“Ho ricevuto una telefonata al fisso poco prima delle 14 – racconta Micele –: un uomo, che si è qualificato come poliziotto, sosteneva che mia figlia avesse appena avuto un incidente in cui aveva investito una persona rimasta gravemente ferita. Perciò, io dovevo pagare 2.500 euro entro mezz’ora, perché poi sarebbe iniziato il processo e se non avessi pagato questa ’tassa per pirati della strada’ lei sarebbe finita in carcere".

Una storia inverosimile, naturalmente, ma che, facendo leva sugli affetti e la sfera emotiva, avrebbe potuto ingannare una persona meno attenta e lucida del signor Eugenio, soprattutto se in una condizione di fragilità di salute. Con conseguenze potenzialmente anche molto pericolose. Ma lui non ci è cascato neppure per un istante. "Ho capito subito che era una di quelle truffe di cui tante volte avevo letto sul giornale. L’uomo al telefono pensava di parlare con mia moglie, io, data la voce flebile dopo il delicato intervento che ho subìto, non l’ho contraddetto: ho pensato che se avesse saputo che in casa c’era anche uomo, magari si sarebbe fatto degli scrupoli. Invece volevo assicurarmi venisse arrestato: troppe volte ho letto di persone derubate dei risparmi di una vita di sacrifici. L’ho fatto anche per loro".

Così, con una scusa, "sono andato nell’altra stanza e col cellulare ho chiamato un mio amico, lui sì ispettore di polizia per davvero". Poi, il settantasettenne ha messo il telefono in vivavoce per permettere al vero poliziotto di ascoltare. "Il truffatore usava parole gentili, si mostrava comprensivo, ma si contraddiceva: prima diceva di chiamare dalla Questura di Bologna, poi di Modena, poi di essere carabiniere...Le bugie hanno le gambe corte", spiega l’anziano.

Il quale ha tenuto in linea il malvivente mentre la polizia arrivava a casa sua. "Ho detto di avere in casa solo 1.750 euro, lui mi ha chiesto di contarli al telefono, poi di metterli in una busta e aspettare ’un collega carabiniere’ che li avrebbe ritirati. Io, su consiglio dell’ispettore che dal telefonino mi diceva cosa fare, ho finto di assecondarlo".

Pochi minuti dopo, ecco alla porta il truffatore, trattenuto con una scusa dalla moglie di Micele, Giuliana. Finché alle sue spalle si sono materializzati i poliziotti, che lo attendevano. E l’hanno arrestato. "Era un ragazzo distinto, dall’accento campano, sulla quarantina. Con la barba curata, vestito bene. Gli anziani devono stare in guardia, queste persone sono ben organizzate e insospettabili. Ringrazio tutti gli agenti della Questura – prosegue Micele –, non solo quelli direttamente intervenuti, per il loro quotidiano lavoro, e ringrazio pure il questore Isabella Fusiello". Non si esclude che il truffatore facesse parte di una rete più ampia: ora è caccia ai complici.

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