Bologna Fc, Thiago Motta cerca la ripartenza giusta

Nei due precedenti la squadra ha sempre fallito. Il tecnico chiamato a cambiare il trend di un gruppo che tende a spegnersi in volata

Thiago Motta in campo

Thiago Motta in campo

Bologna, 28 marzo 2023 – Ripartire bene: voce del verbo presentarsi alla ripresa del campionato con l’Udinese con le pile cariche, pronti per affrontare il gran finale. Da questo punto di vista Thiago Motta, ancorché con un Bologna dimezzato per via dei nazionali assenti, a Casteldebole lavora per far sì che non si ripetano gli infausti precedenti delle due volte in cui il Bologna in stagione si è dovuto fermare.

Il 17 settembre, esordio di Thiago sulla panchina del Bologna, al Dall’Ara i rossoblù s’inchinano all’Empoli (0-1): alla ripresa, dopo la sosta per le nazionali, il 2 ottobre Arnautovic e soci cadono senza colpo ferire in casa della Juve, con un 0-3 che fotografa bene una partita mai giocata. La ripresa dopo i cinquanta giorni della sosta per i mondiali ha avuto un identico sapore: pur a fronte di due prestazioni di sostanza i rossoblù hanno incassato due sconfitte ravvicinate con Roma (0-1) e Atalanta (1-2), prima di cambiare passo e affrontare un seguito di 2023 a passo di corsa. Occhio però, perché nelle ultime tre partite, se l’idea è ancora quella, peraltro mai dichiarata, di tenersi agganciati al treno per l’Europa, in termini di risultati c’è stata una significativa frenata: lo testimoniano i 2 punti raccolti tra Torino, Lazio e Salernitana.

Thiago lo sa e per fortuna non è tipo da alzare la testa dal manubrio. Con 11 partite ancora da giocare cercherà di far sì che la sua squadra raccolga il maggior numero possibile dei 33 punti che sono sul piatto, anche se venerdì, c’è da scommetterci, nella conferenza stampa dell’antivigilia pronuncerà l’ormai iconico "Testa all’Udinese", laddove basta cambiare il nome dell’avversario è il concetto è sempre lo stesso.

E’ una comunicazione un po’ basica, ma fotografa bene l’idea, che per Motta è una felice ossessione, che da qui a giugno ogni partita rappresenti davvero un esame da superare e una sfida vincere. Concetto che in anni recenti hanno ripetuto tutti gli allenatori rossoblù, salvo poi consegnarsi spesso a finali di stagione molli come il burro. Donadoni nel 2017-18 rallentò così tanto al giro di boa (24 punti all’andata, 15 al ritorno) da meritarsi l’esonero.

Mihajlovic firmò il girone di ritorno record nel 2018-19 (30 punti nelle ultime 17 giornate, con Pippo Inzaghi che ne aveva raccolti 14 nelle prime 21), ma anche lui un anno fa ha pagato dazio alla sindrome dei finali in infradito, patologia subdola che a Casteldebole sognano finalmente di debellare: 27 punti all’andata e 19 nel ritorno è stato il bottino dell’ultima stagione piena del compianto Sinisa.

Ora c’è Motta, che un anno fa allo Spezia è passato dai 16 punti dell’andata ai 20 del ritorno. Nulla di trascendentale, ma rapportato al contesto spezzino fu la mini-accelerata che portò in dote ai liguri la salvezza. Oggi Thiago sta facendo un bel lavoro, ma per completare l’opera il suo Bologna non deve mollare la presa.

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