
Graziano Gozi (Confeserceti) e un bar
Cesena, 12 agosto 2025 – Due importanti riempimenti, ma anche nuove uscite e, soprattutto, uno scenario nuovo: l’onda lunga dei pubblici esercizi che aprono come funghi in centro storico si sta esaurendo. Partiamo dalle notizie positive. A settembre riaprirà in corso Garibaldi, nel porticato del palazzo Oir, sotto i ferri per realizzare la nuova Pinacoteca, un nuovo locale al posto del bar Amor chiuso da inizio 2023, che inaugurò il giorno di Pasqua 2019 per rinverdire i fasti del mitico bar Roma, esercizio pubblico storico della città. Nel porticato di via Zeffirino Re, nei locali di Semplice che ha chiuso il 9 marzo, aprirà invece l’osteria romana ’Daje va’’. A fine maggio scorso aveva aperto l’osteria ’Romagna e dintorni’, birre d’asporto e pub, in corso Garibaldi negli ex locali del Mascherpa. Da qualche settimana ha chiuso il Caffé Barriera, nei locali del Comune. Altri esercizi pubblici sono in vendita. Ma il fenomeno nuovo che emerge è l’esaurimento della spinta propulsiva del settore nell’area antica.
“Il settore dei pubblici esercizi in questi anni – afferma il direttore di Confesercenti di Cesena-Ravenna Graziano Gozi – ha permesso di mitigare la crisi del commercio al dettaglio non alimentare a Cesena ma anche nel resto del Paese. Alle chiusure rilevanti di piccole attività al dettaglio si è accompagnata la trasformazione dei locali sfitti in pubblici esercizi. Il mercato, tuttavia si è saturato, e oggi non ci sono più le condizioni per continuare a crescere, anzi è scattato l’arretramento”. All’interno della categoria si è sviluppata una mutazione. “C’è stata una modifica nelle abitudini e della proposta dei pubblici esercizi – aggiunge il direttore Gozi – I bar senza ristorazione stanno scomparendo e sono stati o sostituiti oppure si sono modificati per servire di volta in volta un servizio di ristorazione veloce. I bar di una volta, aperti dal mattino al dopocena, di converso non esistono in pratica più. Si chiude all’ora dell’aperitivo”.
“Si sono invece polarizzate in alcune aree – prosegue la disamina di Gozi – come la zona vicina al Bonci, piazza Amendola e piazza del Popolo, le cosiddette zone della movida che riescono a sviluppare il lavoro anche di sera. Il settore ha dunque conosciuto una crescita, ma siamo arrivati all’esaurimento e si sta tornando indietro. E ci sono anche attività che chiudono, come il Caffè Barriera che ha restituito al Comune anticipatamente i locali rispetto ai tempi del contratto: è il segno della difficoltà subentrata in questo settore”.
“Da quello che risulta alla Confesercenti – afferma il direttore Gozi – la ristorazione regge meglio, pur tra alti e bassi, rispetto al bar tradizionale. Nell’insieme questa situazione preoccupa perché temiamo che alle vetrine dei negozi che paventiamo possano continuare a chiudere non troveremo più la sostituzione con bar e ristoranti, per cui i vuoti potranno essere purtroppo più evidenti. È vero che il problema è generalizzato, ma in questo caso mal comune non è mezzo gaudio. Servono interventi radicali e strutturali. Confesercenti richiede quello di natura fiscale, quindi un intervento di carattere nazionale, e confida che un aiuto possa arrivare dalla legge regionale sugli hub urbani che potrebbe mettere a disposizione risorse. Ma occorrerebbe un disegno complessivo di proiezione sul centro dei prossimi anni”.