
Il pediatra Arturo Alberti, presidente di Romagna Solidale e fondatore di Avsi
"La polemica sulle Cucine popolari sviluppatasi dopo l’intervento di Marco Casali mi induce a condividere alcune considerazioni". Lo sostiene il pediatra Arturo Alberti, cattolico, nel movimento di Cl, fondatore di Avsi (1973) e presidente di Romagna Solidale, che dell’arcipelago delle associazioni di volontariato è attore protagonista e attento osservatore.
Dottor Alberti, quale idea si è fatto della controversia tra Fratelli d’Italia e Cucine popolari?
"Credo che in primis occorra essere disponibili a richieste di chiarimenti perché l’impegno delle associazioni di volontariato prevede massima trasparenza e capacità di dare ragione di azioni, obiettivi, metodologie adottate. Non è giusto né costruttivo reagire come se si trattasse di un delitto di lesa maestà".
I toni della disputa le sono parsi sopra le righe?
"Ogni dibattito pubblico, se si supera la passione per il proprio schieramento di appartenenza, conduce a una crescita sociale e a un miglioramento dei servizi offerti a chi è nel bisogno. Tutte le occasioni sono utili anche per approfondire chi è questo volontario di cui tanto si parla".
A quale figura di volontario si riferisce?
"Al volontario caratterizzato da gratuità e dono".
Come declina il concetto di gratuità?
"Nella gratuità ci sono alcuni aspetti decisivi, a partire dalla libertà dall’esito programmato. Il rapporto con le persone può costringere a modificare progetti e programmi. E ancora: la libertà da dipendenze culturali e politiche per evitare strumentalizzazioni ed eliminare secondi fini nascosti nell’espletamento del lavoro. Libertà infine da retribuzioni di qualsiasi tipo: si possono impostare iniziative che prevedono forme di retribuzione, non è niente di scandaloso, ma non possono essere considerate azioni di volontariato".
Il dono. In che modo questa categoria definisce il volontario?
"Il dono caratterizza l’impegno dei volontari: prima di tutto l’esperienza del dono di sé, di un io che si mette in gioco e approfondisce la relazione con l’altro. La persona è un essere in relazione e l’accoglienza caratterizza ogni azione di volontariato. Ci sono svariate forme di dono: della competenza, della creatività, delle risorse economiche ,del tempo libero, della pazienza, della consolazione nei momenti più difficili. Niente di automatico e di scontato nell’affrontare i problemi".
Terzo settore e istituzione pubblica come possono cooperare proficuamente?
"Il tavolo deve avere tre gambe per sostenersi: istituzioni pubbliche, imprese e mondo del volontariato. Serve una corresponsabilità, decisionale, programmatoria e operativa. Senza questa fatica il volontariato si riduce a una funzione ancillare che genera delusione e pessimismo".