
Umberto Antoniacci a passeggio nelle scuderie dell’Ippodromo del Savio, un mondo ricco di fascino che lo ha conquistato 60 anni fa
"I cavalli si avviano alla partenza". Dice la voce all’altoparlante ormai entrata a far parte dell’immaginario evocativo dell’Ippodromo del Savio. Oggi varrà di più, visto che questa sera alle 20.45 i cavalli si avvieranno alla partenza della stagione del trotto estivo targato 2025. Massimo Umberto Antoniacci, presidente di Hippogroup Cesenate, sarà il suo ennesimo vernissage.
"Ho compiuto 84 anni, qui ormai sono di casa. E non lo dico per dire. La mia collaborazione con l’Ippodromo di Cesena iniziò nel 1965, 60 anni fa. Entrai come dipendente, grazie alla mia qualifica di perito agrario". Racconti. "Venivo da un altro sport, il ciclismo, che avevo praticato dal 1957 al 64, con due anni vissuti da professionista. Dopo di che mi sono pienamente calato in uno degli adagi marchio di fabbrica delle scherzose chiacchierate tra amici: quando una cosa non ti riesce come dovrebbe, ecco che qualcuno ti suggerisce di darti all’ippica… Bhe, io lo ho fatto. Innamorandomi di un mondo che mi ha cambiato la vita. Sono passato dalla qualifica di impiegato a quella di quadro e poi dal 1997 sono entrato nel consiglio di amministrazione. Dopo la scomparsa di Tomaso Grassi e di Carlo Mantellini , dal 2019 sono presidente. Posso dire di aver chiuso un cerchio, anche perché quando iniziai, il presidente era Riccardo Grassi e ora al mio fianco come vicepresidente, c’è un altro Riccardo Grassi, suo nipote, figlio di Tomaso. Siamo davvero un’ottima realtà animata dalla passione di circa 300 soci".
Il mondo è cambiato. "Il mondo cambia sempre. Ma i punti fissi restano. L’ippodromo è uno di questi. Certo, se ripenso agli anni 80 e 90, i riferimenti sono a una media di 5.000 presenze (paganti) a sera, con incassi che solo per quanto riguarda il pubblico, superavano il miliardo di lire a stagione. Dopo la pandemia abbiamo deciso di consentire l’ingresso libero, eccezion fatta per la serata del Campionato Europeo, il cui ricavato viene devoluto a scopo benefico".
Cosa si è perso? "L’anno segnato in agenda è il 2013. L’allora ministro dell’Agricoltura approvò un taglio di risorse di 100 milioni di euro. Un duro colpo, ma ora siamo in controtendenza. Cesena in particolare ha tutte le ragioni per guardare al futuro con ottimismo". Quali? "Intanto il nostro ippodromo è stato ‘promosso’ a livello nazionale, il che significa più montepremi, più corse e più sovvenzioni".
Cosa serve oggi al mondo dell’ippica? "Prima di tutto che gli venga riconosciuto il ruolo strategico che ricopre, non soltanto a livello sportivo. L’indotto di questo ambiente vastissimo: entrare nelle scuderie è come fare un giro nei box della Formula 1: ci sono tante figure esperte e qualificate che curano nei dettagli ogni aspetto della preparazione alla corsa".
Numeri? "Cito Cesena: durante l’estate all’Ippodromo trovano lavoro circa 200 persone, Ai ‘tempi d’oro’ erano 500, ma il dato resta altissimo. Rilancio dicendo che dal 1992 al 2023 (aspettando il bilancio 2024 del quale discuteremo nelle prossime settimane) abbiamo praticamente sempre chiuso in utile. Le eccezioni sono pochissime, legate fondamentalmente al periodo della pandemia. Il dividendo distribuito ai soci supera i 10 milioni".
Ha visto i grandissimi. I migliori cavalli e i migliori driver sono passati da Cesena. "Qui si è scritta la storia dell’ippica. E si continuerà a farlo".
Il ‘Savio’ è un ippodromo sui generi. "Per renderlo un’eccellenza è necessario un grandissimo lavoro. Il Governo da due anni sta tornando a investire, in città l’amministrazione comunale ci supporta da sempre con grande convinzione e noi rilanciamo: qui si divertono gli appassionati, ma anche i bambini, i ragazzi, gli amici e le famiglie". Com’è Antoniacci lontano dalle scuderie? "Resto un uomo di sport. Amo il ciclismo e il calcio. Sono uno storico tifoso del Cesena, ora più che mai. Devo per forza citare mio nipote, che gioca nell’Under 18, la squadra che ha sfiorato la finale per la vittoria del campionato. Ero andato a seguirlo anche a Latina, in semifinale. E mica solo lì".
Nonno a tutto gas. "Mio figlio a volte mi cicchetta. Io rispondo col sorriso. Amo quello che faccio e non c’è niente di più bello di continuare a farlo".