
Un’equipe medica al lavoro (repertorio)
L’ospedale Cardarelli di Napoli condivide in questi giorni con il nostro Bufalini l’orgoglio di una nuova impresa medico-scientifica: il primo prelievo di organo (destinato al trapianto) a cuore fermo della regione Campania. L’organo trapiantato è un fegato donato da un paziente campano che aveva espresso tale volontà. La procedura è stata realizzata in sinergia tra il Centro regionale trapianti della Campania, il Centro regionale trapianti dell’Emilia-Romagna e il nostro ospedale. Il contributo degli anestesisti del Bufalini, Alessandro Circelli e Manila Prugnoli, coordinati dal professor Vanni Agnoletti, è stato decisivo anche in questo caso.
La procedura è innovativa poiché il prelievo avviene non a cuore battente (ossia con pazienti cerebralmente morti ma sostenuti in vita artificialmente) bensì dopo l’arresto cardiaco, in un brevissimo lasso di tempo in cui gli organi restano vitali. Una procedura complessa che coinvolge i reparti di rianimazione e richiede competenze tecniche ed organizzative sofisticatissime. Una tecnica, giova evidenziarlo, che ha fatto alzare il numero dei consensi alla donazione.
Nel 2024 all’ospedale Bufalini, che è sede del Trauma Center dell’Ausl Romagna, sono stati effettuati 73 prelievi di organi, un dato in aumento rispetto al 2023 dove gli organi prelevati erano stati 62.
"Il nostro compito - spiega il professor Agnoletti - è quello di rendere il donatore idoneo alla donazione, ossia far sì che gli organi, pur in costanza di fine vita, possano essere riutilizzati per qualcun altro. Verifichiamo dunque che il donatore abbia lasciato espressa la volontà per la donazione e, se non sussiste, contattiamo i familiari. In caso affermativo completiamo la diagnostica, supportiamo gli organi vitali perché restino reimpiantabili e ci mettiamo in collegamento con il centro trapianti. L’interesse può arrivare dalla regione ma anche da tutta Italia in caso di necessità urgenti. Da lì partono le equipe che verranno ad espiantare. Se vengono da lontano tutto il processo può durare fino a 12 ore. Prelevano l’organo, lo pongono in speciali contenitori ad una temperatura adeguata, lo portano nella struttura dove è in attesa il paziente e l’equipe che lo trapianterà".
"Può capitare - spiega il professor Agnoletti - che si alternino ravvicinate anche tre equipe: chi preleva il cuore, chi i reni, chi il polmone. Il processo successivo sarà quello di ricondizionarli, e non tutti vanno a buon fine". Sullo sfondo resta il gesto generoso di chi, a fine vita, mette a disposizione una parte di sé per la sopravvivenza di un altro essere umano.