
Tommaso Pirini, presidente del quartiere Vallesavio
Per Tommaso Pirini, presidente del quartiere Valle Savio, coordinatore cesenate di Italia Viva, i quartieri operano senza essere messi nelle piene potenzialità di azione, ma ugualmente il bilancio del quinquennio al Valle Savio non è negativo.
Pirini, quali sono stati i principali traguardi conseguiti dal quartiere?
"La realizzazione della nuova scuola elementare a San Vittore e dell’asilo nido grazie ai fondi Pnrr e la risoluzione del problema dell’ex-Edilceramica a San Carlo che finalmente, dopo molti anni, ha un nuovo proprietario,Macrolibrarsi, il quale insieme ai residenti sta valutando come valorizzare quell’area prima molto degradata".
Quale grande opera aveva richiesto il quartiere al Comune nel patto di inizio mandato?
"La sistemazione e valorizzazione di tre aree verdi del quartiere, ma l’opera non è stata realizzata, perché i fondi sono stati dedicati ad altre opere finanziate dal Pnrr".
Quali sono le criticità più importanti da risolvere?
"Il quartiere ha riportato all’amministrazione soprattutto quella sulla sicurezza stradale senza purtroppo ottenere una soluzione soddisfacente. Staremo a vedere gli sviluppi, se ce ne saranno, nei prossimi anni. Sottolineo anche a richiesta di due semafori pedonali, nei centri delle frazioni di San Carlo e San Vittore, più volte avanzata, ma ancora senza esito favorevole".
Quali sono le difficoltà maggiore d’azione per i quartieri?
"Le difficoltà principali sono già state esposte in numerose assemblee ed incontri con l’amministrazione e ribadite anche nel percorso di revisione del regolamento. La prima è la scarsa considerazione per i quartieri nei processi decisionali del comune, seguita dalla mancanza di una comunicazione tra amministrazione e quartieri".
Come valuta la esperienza da presidente di quartiere?
"Nel complesso è stata formativa nell’acquisire competenze sul funzionamento della macchina comunale. Ma devo anche aggiungere che non siamo riusciti a far capire all’amministrazione che la visione del consiglio di quartiere, il quale vive il territorio, dovrebbe essere considerata prioritaria rispetto alle scelte che vengono prese in sede comunale".
Quando è entrato in consiglio di quartiere?
"Nel 2014 su nomina, in quella tornata i cittadini infatti non andarono al voto, come vicepresidente. A due anni dalla conclusione del primo mandato sono diventato presidente, poi sono stato eletto nel 2020, mantenendo la carica fino ad oggi".
Sono cambiati i quartieri in questi dieci anni?
"Purtroppo In peggio, soprattutto nella loro autonomia e nel margine di manovra, che purtroppo sono sempre diminuiti".
Ma è possibile invertire rotta?
"Sì può fare, dando più fiducia e legittimazione ai consigli di quartiere, con strumenti chiari e precisi a loro disposizione e non solo a parole, poiché i quartieri rappresentano anche un buon ambito di partenza per chi vuole dedicare tempo ed energie al proprio territorio".