Colori regioni oggi, chi passa all'arancione. Rt Italia in crescita a 0,99

Emilia Romagna, Campania e Molise in zona arancione da domenica 21 febbraio, 'rosse' alcune aree dell'Umbria e Bolzano. Iss, i dati del monitoraggio: "Rimanete a casa il più possibile". Rezza e Brusaferro: "Attenzione alle varianti". Dpcm, cosa può succedere

Colori delle regioni: oggi possono essere decise nuove restrizioni

Colori delle regioni: oggi possono essere decise nuove restrizioni

Bologna, 19 febbraio 2021 - Come ogni venerdì arrivano i risultati del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia da Coronavirus in Italia, che decreteranno i nuovi colori delle regioni alla luce dell'andamento dell'indice Rt e dei dati che misurano la pressione sugli ospedali. L'analisi di questi numeri serve per definire una valutazione del rischio e considerazioni sulla necessità di rafforzare o alleggerire le restrizioni. Le decisioni poi spettano al Governo, che emette ordinanze

L'aggiornamento Zona arancione per tutti? Oggi il vertice tra i governatori - Emilia Romagna arancione da domenica 21 febbraio: liberi tutti nell'ultimo giorno giallo

In Italia, secondo il report Iss-Ministerol'indice di contagiosità, Rt medio calcolato sui casi sintomatici, è pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l'1. Nell'ultima settimana di monitoraggio si osserva in Italia "un peggioramento nel livello generale del rischio". Come avviene in altri paesi Europei, dall'Iss arriva la raccomandazione al "rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale". E poi c'è l'invito alla popolazione "a rimanere a casa il più possibile". 

Ciò anche per la circolazione di varianti del Covid a maggiore trasmissibilità, quella inglese, ma anche quelle brasiliana e sudafricana che ormai sono state individuate in diversi luoghi, in Italia. Per questo è importante "mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità". E ancora: "Cresce l'incidenza dei casi, 135 per 100mila abitanti.

Nel sistema delle fasce per contenere il contagio, l'Emilia Romagna, il Molise e la Campania passano in zona arancione da domenica 21 febbraio, in 'rosso' in virtù delle ordinanze locali già in essere Bolzano e alcune aree dell'Umbria

Intanto sfuma il sogno della Valle d'Aosta di diventare la prima regione in zona bianca: non centra per la terza settimana consecutiva l'incidenza di meno di 50 persone positive su 100 mila abitanti, requisito necessario per il passaggio. In questa fascia la libertà è quasi totale, le uniche restrizioni sono sostanzialmente l'uso della mascherina e il distanziamento

La lotteria dei colori - di Gabriele Canè

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Zone Covid, chi passa dal giallo all'arancione 

Le regioni entrano in zona arancione con un indice Rt, che misura quante persone un malato di Coronavirus infetta a sua volta, superiore a 1 oppure un Rt anche sotto 1 ma un rischio valutato complessivamente come "alto". 

Il passaggio in fascia arancione viene stabilito con una ordinanza del Ministero della Salute e riguarda, da domenica 21 febbraio, l'Emilia Romagna, il Molise e la Campania. Passano in zona rossa Bolzano e l'Umbria.

I colori delle regioni da domenica 21 febbraio

Da domenica questo è il quadro completo delle Regioni: in fascia rossa nessuna (con Umbria e Provincia di Bolzano che hanno predisposto zone rosse a livello regionale). In fascia arancione Abruzzo, Liguria, Bolzano, Trento, Toscana, Umbria, Campania, Emilia Romagna e Molise. in fascia gialla Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle Aosta e Veneto. Nessuna in fascia bianca.

Indice Rt Italia e delle regioni

Nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l'uno. Questo uno dei dati principali dell'epidemia emersi dal monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. Il dato misura la trasmissibilità del virus, indica quante persone possono essere contagiate da una sola, se è pari a 2 significa che un infetto è in grado di contagiare due persone. 1 è considerata la soglia di rischio. 

La scorsa settimana l'indice Rt nazionale, (calcolato sul periodo 1-7 febbraio) era dello 0,95, in crescita rispetto alla settimana precedente. 

Sono 10 le Regioni e le Province autonome (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Bolzano, Trento, Toscana e Umbria) che hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui 9 (tutte tranne la Basilicata) anche nel limite inferiore, compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre Regioni hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo uno.

Questi, nel dettaglio, i valori dell' Rt regione per regione (più le province autonome), con l'intervallo di confidenza minimo-massimo: Abruzzo 1,17 (1,11-1,23), Basilicata 1,03 (0,82-1,27), Calabria 0,76 (0,67-0,86), Campania 1,16 (1,07-1,25), Emilia Romagna 1,06 (1,03-1,1), Friuli Venezia Giulia 0,8 (0,76-0,84), Lazio 0,95 (0,92-0,98), Liguria 1,08 (1,02-1,13), Lombardia 0,95 (0,93-0,96), Marche 0,91 (0,81-1,01), Molise 1,4 (1,03-1,83), Piemonte 0,96 (0,92-1), Bolzano 1,16 (1,12-1,2), Trento 1,23 (1,16-1,3), Puglia 1 (0,97-1,04), Sardegna 0,77 (0,71-0,84), Sicilia 0,73 (0,7-0,76), Toscana 1,2 (1,15-1,25), Umbria 1,17-1.22), Val d'Aosta 0,92 (0,69-1,18) e Veneto 0,81 (0,78-0,85). 

Livelli di rischio, incidenza e terapie intensive: i numeri del monitoraggio

Sempre secondo il monitoraggio Iss, una Regione (Umbria) ha un livello di rischio alto, mentre sono 12 (contro le 10 della settimana precedente) le Regioni con una classificazione di rischio moderato: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Bolzano, TrentoToscana e Val d'Aosta (di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane), e le restanti otto con rischio basso.

Per quanto riguarda invece l'incidenza del Covid-19 a livello nazionale nella settimana di monitoraggio, essa cresce rispetto alla settimana precedente (135,46 per 100.000 abitanti (08/02/2021-14/02/2021) vs 133,13 per 100.000 abitanti (01/02/2021-07/02/2021), lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei contatti.

Quanto alle terapie intensive, sono cinque le regioni sopra la soglia critica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%). "Complessivamente - si legge nbel report Iss- il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.143 (09/02/2021) a 2.074 (16/02/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in lieve diminuzione, passando da 19.512 (09/02/2021) a 18.463 (16/02/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive".

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Rezza: "Subito più zone rosse regionali per arginare le varianti"

"Dobbiamo agire molto tempestivamente e in modo aggressivo contro le varianti non ancora molto diffuse, ovvero la brasiliana e la sudafricana. Quindi all'interno delle regioni vanno fatte delle zone rosse. La variante inglese è più diffusa e diventerà dominate, ma dobbiamo fare di tutto per limitare le altre". Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa organizzata dal ministero sull'analisi del monitoraggio regionale della Cabina di regia. 

"Il quadro epidemiologico ci indica che Rt sta aumentando e vediamo che all'interno di diverse Regioni ci sono aree con incidenza molto elevata, in parte dovuto alla presenza di nuove varianti che hanno tendenza ad una maggiore trasmissibilità". "La variante del Kent, ovvero quella inglese, che è presente in tutto il territorio nazionale - prosegue Rezza - incide in particolar modo sulla trasmissibilità che è del 40% in più, come si è evidenziato nella prima flash survey condotta nei giorni scorsi e ci aspettiamo che con la seconda survey potranno emergere nuovi dati per valutare la presenza anche delle altre varianti. La variante sudafricana, simile a quella brasiliana perché condivide la stessa mutazione che modifica la conformazione della proteina Spike, rendendola un po' più inquietante. Nei confronti di queste varianti dobbiamo agire tempestivamente e in modo aggressivo. Dobbiamo quindi fare maggiore contenimento, ovvero zone rosse che riducano mobilità e aumentano il distanziamento. Non diamo per scontato che le altre varianti, brasiliana e sudafricana, si diffondano come quella inglese ma dobbiamo fare in modo che questo non succeda. Nel Tirolo c'è più ampia diffusione di sudafricana, come in Portogallo, Francia, Germania: è chiaro che questi Paesi adottino misure di protezione e controllo in attesa di coprire una maggiore copertura vaccinale - conclude il direttore della prevenzione".

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Brusaferro: "Scenario in peggioramento, attenzione"

"Sono ormai poche le regioni a rischio basso, l'incidenza a livello nazionale è in lieve aumento e l'Rt medio sfiora 1. Tutto ciò ci mostra come lo scenario apparentemente stabile è in realtà in scivolamento verso un peggioramento. Ciò richiede grande attenzione, soprattutto per la circolazione di varianti". Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute sull'analisi del monitoraggio regionale della Cabina di regia. "In Europa c'è una circolazione del virus in tutti i Paesi. In Italia si segnala una leggera ricrescita in corso - ha proseguito Brusaferro - ma siamo in una posizione abbastanza favorevole rispetto all'incidenza di altri Paesi. L'epidemia è soggetta ad ondate e quindi bisogna sempre avere grande attenzione".

Dpcm, cosa succede dopo il 5 marzo

Il 5 marzo scade il Dpcm in vigore, il premier Mario Draghi sceglierà se firmare un nuovo Dpcm o invece optare per un decreto lasciando ai ministri e alla Protezione Civile il potere d'ordinanza. Dato l'andamento della curva epidemiologica, sembra difficile l'aperturta dei ristoranti anche alla sera, così come l'apertura di palestre e piscine e cinema e teatri.