CronacaCoronavirus Emilia Romagna, 106 morti. Ma contagi calano ancora. "Segnale molto positivo"

Coronavirus Emilia Romagna, 106 morti. Ma contagi calano ancora. "Segnale molto positivo"

I nuovi casi sono 543. Venturi: "I risultati ci danno ragione". I numeri provincia per provincia. Bonaccini: "Restrizioni almeno fino a Pasqua"

Coronavirus, screening di massa agli operatori sanitari in Emilia Romagna

Coronavirus, screening di massa agli operatori sanitari in Emilia Romagna

Bologna, 31 marzo 2020 - Crescita più lenta, meno accessi al pronto soccorso, aumento delle guarigioni. Sergio Venturi, commissario per l'emergenza Coronavirus dell'Emilia Romagna, comincia la consueta diretta Facebook con una serie di buone notizie. Che in tempi di quarantena sono come l'aria. Rispetto a ieri i nuovi contagi sono appena 543: il numero complessivo dei contagi sale a 14.074. “La crescita è più o meno quella di ieri, ed è la prima buona notizia considerando che il 23 marzo, solo nove giorni fa, il dato era 980”, spiega Venturi. “Dobbiamo tenere duro perché i risultati ci stanno dando ragione”.

Qui gli aggiornamenti del primo aprile

"I decessi, invece, non son quelli di ieri, ma il numero tiene insieme anche qualche dato dei giorni precedenti", premette l'ex assessore regionale alla Salute. Le vittime registrate nelle ultime 24 ore sono 106. "Avevamo superato i 100 morti solo in un'occasione", puntualizza. E aggiunge: "Come ci hanno insegnato nei giorni scorsi il sindaco Merola e il cardinale Zuppi, un pensiero per loro e i tanti familiari che hanno lasciato nel dolore". I nuovi decessi riguardano 27 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 23 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 5 in quella di Ravenna, 1 nel Forlivese, 1 in quella di Rimini. Due decessi si riferiscono a residenti fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.635 (119 in più rispetto a ieri), Parma 1.933 (74 in più), Reggio Emilia 2.307 (99 in più), Modena 2.222 (85 in più), Bologna 1.680 (61 in più), Imola 260 (7 in più), Ferrara 320 (14 in più), Ravenna 580 (12 in più), Forlì-Cesena 730 (di cui 366 a Forlì, 23 in più rispetto a ieri, e 364 a Cesena, 24 in più), Rimini 1.407 (25 in più).

"O la talassemia o la malaria credo che abbiano avuto una parte nel mantenere quelle zone quasi intatte rispetto ad un attacco così forte come quello del coronavirus". Il commissario Venturi, torna sul caso Ferrara, provincia quasi 'risparmiata' dall'epidemia. Peraltro, al di là del Po c'è Rovigo che ha numeri "anche migliori rispetto a quelli di Ferrara". "Immagino - prosegue Venturi - che i docenti dell'Università di Ferrara, e non solo, siano interessati a produrre uno studio su questo. Siamo contenti di questa quasi-invulnerabilità dei ferraresi. Se ci spiegano come si fa potremmo cominciare ad attrezzarci".

Complessivamente, sono 6.069 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (173 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 353, 2 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.538 a 1.644: 106 in più, quindi, di cui 65 uomini e 41 donne (il dato ricomprende persone venute a mancare nei giorni scorsi).

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.477 (250 in più rispetto a ieri), 1.117 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 360 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Bonaccini: "Restrizioni almeno fino a Pasqua"

"I comportamenti umani fanno la differenza, la partita non è ancora vinta", dice il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che prende la parola dopo Venturi. E annuncia: "Le restrizioni rimarranno ancora per un po', almeno fino a Pasqua".  Il governatore pensa anche al dopo: "Quando tutto questo sarà finito andrà aperta una discussione sulla sanita pubblica, perchè un sistema universalistico che assicuri a ricchi e poveri le stesse cure è assolutamente giusto".

"Non ci sarà alcuna ripresa economica se non ci sarà la sconfitta dell'emergenza sanitaria", sostiene Bonaccini, che annuncia le prime mosse per la ripartenza, in particolare la formazione di un comitato di saggi che individui le misure necessarie. "Ho parlato nei giorni scorsi con Romano Prodi e oggi con Enrico Giovannini, metteremo insieme qualche economista, qualche umanista ed esperti dei big data. Costituiremo un gruppo di lavoro, come si dice di teste d'uovo, per definire la traiettoria per lo sviluppo di domani".

In arrivo ventilatori e mascherine donati dai filantropi cinesi

Un flusso di materiali medico-sanitari, coordinato dall’Ambasciata d’Italia in Cina, viaggia sulla rotta Pechino-Malpensa. Dopo il primo volo, partito il 27 marzo, oggi è decollato il secondo. Le dotazioni sono destinate alle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, e alla Caritas Ambrosiana. Nella sola giornata di oggi 10 ventilatori, 650.000 mascherine chirurgiche, 210.000 guanti, 334.255 tute protettive e 471 occhialini saranno consegnati alle strutture sanitarie sotto pressione a causa della pandemia da Covid-19.

I voli umanitari sono sostenuti dal China-Italy Philanthropy Forum (CIPF) che ha raccolto fino ad oggi 850.000 euro dalle Fondazioni aderenti: Fondazione Cariplo, Fondazione Crt, Eni, Fondazione Grimaldi, Fondazione Cucinelli e Fondazione Agnelli, mentre la compagnia aerea Neos Spa copre i costi fissi e quelli del personale. Il ponte aereo sostenuto dal CIPF non trasporta in Italia solo i beni donati dai filantropi cinesi, ma anche altre donazioni provenienti da tutta la Cina e acquisti fatti dalle centrali di committenza pubblica nazionale e regionali per i quali sia urgente il trasferimento in Italia. Presidente onorario del Forum in Italia è il professor Romano Prodi. Il materiale destinato all’Emilia-Romagna è consegnato alla Protezione civile regionale dopo un accordo con il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi.

Test a tutti gli operatori sanitari

Emergenza Coronavirus: la Regione Emilia Romagna è pronta a partire con lo screening di massa a tutto il personale sociosanitario dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini. Mercoledì arriveranno i primi 50mila test sierologici, e già giovedì si inizia con la prima batteria di prelievi, che saranno effettuati al personale della sanità pubblica e privata convenzionata e a quello dei servizi socioassistenziali dell’intero territorio regionale. Complessivamente, si parla di circa 100mila persone, di cui oltre 60mila solo nel sistema sanitario regionale pubblico.  

E proprio per garantire la copertura di massa, sono già stati ordinati ulteriori 100mila test, con l’obiettivo di arrivare a 200mila complessivi; saranno effettuati attraverso un piano e un calendario programmato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute. 

“La sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti deve avere la priorità su tutto - commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. E' imprescindibile che il personale in prima linea in questa emergenza lavori nella condizione di massima tutela per sé e per i pazienti, senza rischiare di essere una fonte di contagio, e questi test costituiscono uno strumento importante, validato dalla comunità scientifica, che abbiamo nella lotta contro il Coronavirus".

test sierologici permettono di verificare attraverso un prelievo del sangue, in tempi molto rapidi, la presenza e il tipo di anticorpi nell’organismo, e quindi di ottenere informazioni molto importanti, a maggior ragione se relative a personale del comparto sociosanitario: se il paziente è venuto in contatto con il virus, se è o è diventato immune. Chi risulta negativo verrà testato dopo 15 giorni, i positivi saranno sottoposti a un tampone tradizionale per averne conferma.  

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Nuove misure per famiglie e studenti in Emilia Romagna

Nuovo pacchetto di misure deciso dalla Giunta regionale per fronteggiare le conseguenze socioeconomiche dell’emergenza coronavirus in Emilia Romagna.

In primis, previsto il sostegno alle famiglie in difficoltà per pagare l’affitto: proprogati a giugno i termini del bando regionale e lasciando ai Comuni la possibilità di andare a esaurimento delle graduatorie comunali, oltre a mettersi subito al lavoro per quello nuovo, potendo anticipare il ricorso alle risorse stanziate per il 2020: 12 milioni di euro.

Per garantire a tutti i ragazzi il diritto alle lezioni a distanza, stando a casa, sono stati stanziati 5 milioni di euro destinati alle scuole per fornire le famiglie che ne sono sprovviste di ciò che serve, schede prepagate per connettersi a Internet e gli strumenti necessari (Pc o tablet), con le prime 2mila schede Sim già acquistate e consegnate all’Ufficio scolastico regionale entro la settimana.

Ancora: 7 milioni di euro per assicurare un sostegno economico a coloro che hanno dovuto interrompere i tirocini, a partire dalle persone con disabilità e alle categorie svantaggiate, e che vada a coprire il mancato compenso mensile. Oltre all’apertura del confronto con le parti sociali e le associazioni dei comparti turismo e agricoltura sui lavoratori stagionali, per definire possibili interventi di sostegno sulla base delle eventuali misure nazionali, anche con la disponibilità regionale a intervenire. 

“Affrontiamo la situazione sanitaria mettendo la salute al primo posto e, contemporaneamente, pensiamo a come ripartire non appena sarà possibile farlo- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Insieme alla Giunta, cerchiamo di adottare misure che diano un aiuto concreto alle persone in questo momento difficile. Alla luce delle risorse stanziate dal Governo per la solidarietà alimentare e per l’eccesso ai beni di prima necessità, di concerto con Comuni e Province abbiamo convenuto di impiegare in questa fase gli ulteriori stanziamenti ragionali per ampliare la platea dei beneficiari e per rispondere ad altre necessità essenziali. Penso alla scuola, per creare condizioni stabili e per tutti di accesso all’utilizzo delle nuove tecnologie, all’impegno sugli stagionali o a chi vede interrotti percorsi formativi. Ma stiamo già lavorando a quella che dovrà essere la ripartenza, puntando su accesso al credito, ammortizzatori sociali, investimenti pubblici e innovazione digitale”.

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I fondi

Lo Stato ha stanziato 400 milioni di euro per "misure urgenti di solidarietà alimentare", ossia per consentire alle persone in stato di bisogno di soddisfare i bisogni più urgenti ed essenziali. I fondi vengono assegnati ai Comuni e da questi sarà gestito ed erogato, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà. Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l`esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%). Criteri concordati con l`Anci. Ecco la suddivisione tra i Comuni dell'Emilia Romagna: