Covid Marche, un contagio su due è nell’Anconetano: ecco le zone a rischio

In dieci giorni 1.829 positivi rispetto ai 4.026 nel resto della regione. Preccupano la Valmusone, Jesi e Sassoferrato. Ricoveri in aumento

Allarme Covid

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Ancona, 14 febbraio 2021 - In dieci giorni 1.829 contagi nella provincia di Ancona sui 4.026 complessivi nelle Marche. In pratica da giovedì scorso a ieri quasi un caso su due registrato nella regione al plurale arriva dal territorio di riferimento del capoluogo dorico, mai così stretto nella morsa del virus sia in termini assoluti, sia di rapporto percentuale rispetto al resto delle Marche. Una sequenza impressionante cominciata giovedì 4 febbraio con 179 infezioni in provincia su 480 complessive, poi un trend costante tra venerdì con 181 su 414, sabato 203 su 436, domenica 160 su 394, lunedì 78 su 171, martedì 145 su 270, mercoledì 224 su 421, giovedì 242 su 530, venerdì 197 su 515 fino a ieri quando si sono registrati 218 nuovi positivi sui 405 complessivi.

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Numeri che la dicono lunga su quanto l’epicentro del Covid sia sempre più concentrato in un territorio provinciale preso di mira in maniera nettamente superiore rispetto al resto delle Marche, soprattutto in questo periodo, ma non solo, visto che da inizio pandemia ad oggi l’Anconetano domina la classifica di lungo termine con 18.131 infezioni complessive, ovvero oltre 4mila in più del Pesarese e circa 5.500 su Macerata. In particolare sotto la lente di ingrandimento della Regione e dell’Istituto superiore della sanità per eventuali provvedimenti restrittivi su micro aree è finito il triangolo della Valmusone, composto da Osimo (343 infezioni attualmente attive), Loreto (160) e Castelfidardo (281). In totale 784 casi in essere su 65mila abitanti, in proporzione ben al di sopra del capoluogo Ancona che mette insieme ad oggi, secondo il report regionale, 620 persone su 100mila residenti.

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Sotto osservazione c’è anche Sassoferrato (115 casi su 7mila residenti) che sta pagando lo scotto della vicinanza con la confinante provincia di Perugia, ormai in zona rossa da una settimana, ma anche Jesi (319 infezioni) negli ultimi giorni ha registrato una crescita tale da poterla inserire tra le aree in bilico. Dai dati di ieri emerge un rapporto tra positivi e tamponi in leggera contrazione (10.4% includendo anche gli antigenici, 17% considerando solo i molecolari), ma dal fronte ospedaliero arrivano aggiornamenti ben poco conforanti. Invariato il dato delle presenze (75) in terapia intensiva rispetto a venerdì, mentre cresce di dieci unità (617), sempre su scala regionale, il numero dei ricoveri complessivi per Covid. Nessuna tregua dalla voce più drammatica, quella dei decessi: nel bollettino regionale del Gores di ieri sono state inserite otto persone che non ce l’hanno fatta. Si tratta di soggetti tra 75 e 94 anni di età, tutti gravati da patologie pregresse. Tra questi quattro residenti in provincia: una 82enne di Loreto, un 85enne di Jesi, un 89enne di Polverigi e un 94enne di Ancona.