CronacaNuovo decreto Green pass: cosa cambia in Emilia Romagna, Marche e Veneto

Nuovo decreto Green pass: cosa cambia in Emilia Romagna, Marche e Veneto

Dal 15 ottobre scatta l'obbligo del certificato per lavoratori del settore pubblico e privato: per chi vale, chi controlla, quali sono le sanzioni. La guida completa

Nuovo decreto Green pass: obbligatorio per i lavoratori dal 15 ottobre

Nuovo decreto Green pass: obbligatorio per i lavoratori dal 15 ottobre

Bologna, 16 settembre 2021 - Il Consiglio dei Ministri oggi ha approvato il decreto legge (qui il PDF) che rende obbligatorio il Green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Vediamo cosa cambia e da quando in Emilia Romagna, Marche e Veneto, oltre che nel resto d'Italia. I punti chiave sono del decreto per la sicurezza sul lavoro sono: obbligo per per tutti i lavoratori, pubblici, privati e volontari (compresi autonomi, colf, baby sitter, badanti), sospensione da lavoro e stipendio dopo 5 giorni di accesso senza certificato e multe da 600 a 1.500 euro per chi sfugge ai controlli. 

"Questo decreto è per continuare ad aprire", afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso del Consiglio dei ministri.

"La novità è che è una strategia universalistica, andiamo a toccare tutto il mondo del lavoro pubblico e privato e per il privato dipendente e autonomo, un insieme di 23 milioni di lavoratori", così il ministro Renato Brunetta.

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Nuovo decreto Green pass: obbligatorio per i lavoratori dal 15 ottobre
Nuovo decreto Green pass: obbligatorio per i lavoratori dal 15 ottobre

Obbligo green pass lavoratori: da quando e fino a quando

Il decreto legge entrerà in vigore dal 15 ottobre 2021 e vi rimane  fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza.

Obbligo green pass lavoratori: per chi vale

L'obbligo di Green pass per l'ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato: sono inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari (colf, badanti e baby sitter). L'obbligo dunque si applicherà ad esempio all'idraulico o all'elettricista che svolga il suo lavoro nel pubblico e nel privato, ma anche a colf e badanti. La norma dispone infatti che "chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell'accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde".  "Anche l'abitazione è considerata in quel caso un luogo di lavoro e quindi la certificazione è richiesta, dovrà chiederla chi fa entrare i lavoratori in casa", spiega il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Vale anche per i magistrati, compresi quelli onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie che devono accedere agli uffici giudiziari. Nella bozza del decreto approvato dal CdM si specifica che le disposizioni non valgono invece per "avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo". L'accesso senza il pass, dice ancora il decreto rappresenta un "illecito disciplinare" e come tale sarà sanzionato. Se un magistrato è assente ingiustificato dal lavoro per più di 15 giorni perché senza green pass, scatta la decadenza dell'impiego.

L'obbligo di certificato verde si applica anche "ai soggetti titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice". La bozza di dl Green pass estende così l'obbligo - e relative sanzioni - a sindaci e presidenti di Regione, nonché ai consiglieri. 

Quirinale, Camera, Senato e Corte Costituzionale devono adeguare il proprio ordinamento alle nuove disposizioni.

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Obbligo Green pass lavoratori: le sanzioni

Sospesi da lavoro e senza stipendio i lavoratori che, a partire dal 15 ottobre, si presenteranno sul posto di lavoro sprovvisti di green pass. Il dipendente senza certificato "è considerato assente ingiustificato e, a decorrere dal quinto giorno di assenza - si legge nella bozza - il rapporto di lavoro è sospeso fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque non oltre il 31 dicembre 2021, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro". 

Per il periodo di sospensione, recita un altro articolo contenuto nella bozza, i lavoratori senza  Green pass sono "considerati assenti ingiustificati, e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato. In ogni caso i lavoratori mantengono il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro". In sintesi, nessun licenziamento.

Per la violazione delle disposizioni sul green pass contenute nel nuovo decreto sono previste sanzioni da 600 a 1.500 euro per i lavoratori e da 400 a 1.000 euro per i datori di lavoro.

Green pass obbligatorio: chi controlla

Il controllo spetta ai datori di lavoro: sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni e devono definire, entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell'accertamento delle violazioni degli obblighi.

Green pass dopo la prima dose: cosa cambia

I guariti dal Covid non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino anticovid per avere la carta verde ma lo otterranno subito dopo la prima somministrazione. L'articolo 4 comma 3 modifica infatti la normativa attuale sostituendo il passaggio in cui si affermava che la certificazione era valida "dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione» con le parole «dalla medesima somministrazione". 

Green pass e i prezzi dei tamponi

Rimane valido ai fini dell'ottenimento del green pass, oltre alla vaccinazione anti Covid, anche il tampone. Nel decreto è contenuto anche l'obbligo per le farmacie di adottare il prezzo calmierato: 8 euro per i minorenni, 15 euro per tutti gli altri lavoratori, gratuito per chi dovrà ricorrervi per motivi di salute che rendano sconsigliato dal medico sottoporti a vaccinazione.

E stante la richiesta del ministro in quota leghista Giancarlo Giorgetti di estendere la validità del tampone, il ministro della Salute Roberto Speranza annuncia che, dopo parere del Cts, "il governo ha già dato parere favorevole a un emendamento che allarga la validità del test a 72 ore solo se molecolare, non antigenico". 

Bonaccini: "Favorevole anche all'obbligo vaccinale"

"Io sarei d'accordo" con l'obbligo vaccinale "ma credo che un Green pass allargato sia una misura robusta" e che il Governo prima di introdurre l'obbligo "provi a estendere il Green pass" proprio «per convincere non tanto i 'no vax' quanto quella parte di persone che hanno dubbi e paure". Così Stefano Bonaccini, presidente dell' Emilia- Romagna, ospite di Agorà su Raitre.

"Io sono stato il primo presidente di Regione che un po' di anni fa introdusse l'obbligo vaccinale per la frequentazione dei bambini negli asilo nido - aggiunge Bonaccini - Capisco che un conto è introdurlo per i bambini che vanno al nido un conto per tutto il Paese. Comunque io sarei d'accordo".

A chi vi si oppone dicendo che il Green pass è "economicida, che uccide le imprese", Bonaccini fa presente che "l'unico settore chiuso, quello dei locali da ballo e delle discoteche, per il quale credo che il Governo dovrebbe immaginare riaperture parziali", "da mesi chiede al governo di riaprirle proprio con il Green pass".

Confindustria Emilia Romagna: "Non si abbassi la guardia sulla sicurezza"

L'introduzione del Green pass obbligatorio per l'accesso ai luoghi di lavoro non deve portare a un allentamento delle misure di sicurezza adottate per contenere la diffusione del coronavirus. "La posizione di Confindustria è sempre la stessa, favorire la vaccinazione per più persone possibile nelle condizioni date dalla giurisprudenza. Quando ci sarà una legge che definisca l'uso del  green pass nei luoghi di lavoro sarà, tuttavia, necessario mantenere i livelli di sicurezza, come abbiamo dimostrato nel periodo ancora non c'erano i vaccini con i protocolli, perchè ci siano delle situazioni di sicurezza per tutti i lavoratori", ammonisce il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari. 

L'introduzione del  green pass "è chiaro che rappresenta un problema in più che affronteranno le aziende, visto che, nel momento in cui delle persone non avessero  green pass per legge, non potrebbero accedere al luogo di lavoro. È vero che possono fare il tampone", osserva a margine della presentazione dei dati congiunturali sull'andamento dell'economia in regione. "D'altronde abbiamo affrontato talmente tanti problemi per la messa in sicurezza delle aziende, con protocolli che sono stati complicati. Credo che un sforzo ulteriore vada fatto e secondo me verrà fatto da tutti volentieri", conclude.