Ristoranti aperti per protesta, a Pesaro arriva anche Sgarbi e a Bologna i vigili

Dall'Emilia Romagna alle Marche ecco cosa è successo nei due ristoranti ormai diventati 'simbolo' della protesta 'ioapro' contro le restrizioni del nuovo Dpcm

Sgarbi alla 'Grande Bellezza' di Carriera (Fotoprint)

Sgarbi alla 'Grande Bellezza' di Carriera (Fotoprint)

Pesaro, 15 gennaio 2021 - 'Io apro' questo lo lo slogan di proprietari di bar ristoranti e palestre, di tutta Italia, che si sono organizzati per questa sera con un'apertura di protesta  contro le misure del governo. "Venerdì 15 gennaio - avevano annuniciato i 'pasionari' della ristorazione - apriremo i nostri locali dalle 19 alle 21,45 in tutta sicurezza". E per lanciare quella che molti hanno definito 'la cena della disobbedienza' hanno scelto i social. "Meglio la multa che continuare a veder morire la nostra attività",  hanno attaccato e su Facebook tra post e video-appelli la rivolta è deflagrata con gli hashtag #ioapro1501. Una ribellione pacifica fissata alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm che prevede misure ancora più restrittive per bar e ristoranti.

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Sgarbi dal ristoratore ribelle Carriera a Pesaro

"Finalmente si ricomincia, sono 4 mesi che non lavoriamo. Da stasera si ritorna nei nostri ristoranti, nei nostri bar, dentro le nostre attività. Lottiamo per questo". Parola di Umberto Carriera (VIDEO), il ristoratore di Pesaro che, sfidando tutti i Dpcm anti covid, ha lanciato l'iniziativa #ioapro, decidendo di riaprire 'La Grande Bellezza', ristorante arroccato nel borgo di Mombaroccio. Poco dopo l'apertura l'arrivo a sorpresa nel locale di Vittorio Sgarbi (video).

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Tra i clienti, che questa sera erano seduti a 'La Grande Bellezza' anche un altro ristoratore, che dice di essere venuto a sostenere il collega. "Siamo alla canna del gas, alla disperazione e lo Stato ci sta strozzando", racconta invece Marco Guidi, assistente di Carriera, ma stasera seduto in uno dei tavoli. Due amiche sono venute "perché è arrivato il momento di reagire e mettere il nostro Paese in gioco. Crediamo che sia giusto che la vita riprenda, siamo molto stanche di questa situazione". Un gruppo di 5 persone è arrivato dall' Emilia Romagna: raccontano di essere state fermate da una pattuglia dei carabinieri alle porte del borgo: "Ci hanno chiesto i documenti e dove eravamo diretti".  Paura delle multe? "La voglia di tornare a vivere è superiore alla paura di prendere una multa".

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"Non stiamo violando la legge - sostiene Carriera - ma stiamo obbedendo alla Costituzione". "Il nostro Paese è fondato sul lavoro, sulla libertà di impresa, sul rispetto per le persone e per gli altri. Rispetto che da parte del Governo c'è poco», sottolinea. "E' arrivata la seconda ondata, arriverà la terza, i ristoranti e le attività sono al collasso, i cittadini non ne possono più e il Governo è stato incapace di ogni programmazione", dice ancora Carriera."Per questa sera siamo al completo, abbiamo ridotto i posti da 60 a 40, distanziando i tavoli di 2 metri - precisa -. Indosseremo tutti le mascherine e c'è gel sanificante ovunque, rispetteremo tutte le regole, compreso il coprifuoco". "Controlli? Ce li aspettiamo - spiega - le forze dell'ordine fanno il loro mestiere: li accoglieremo con gentilezza e potranno fare tutti i controlli che vogliono, ma sulle eventuali sanzioni faremo ricorso". 

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Al Regina Margherita di Bologna 40 clienti a cena e l'arrivo dei vigili

A Bologna invece ad aprire per cena promettendo battaglia è stato "Biagio Passaro, general manager del 'Regina Margherita' di via Santo Stefano e via Oberdan. "Io non sono negazionista - ha spiegato nei giorni scorsi - ma aderisco alla protesta e apro i miei locali dalle 19 alle 21.45. Per cena. quaranta le persone sedute ai tavoli e poco dopo l'arrivo, atteso, dei vigili urbani e della polizia amministrativa che al momento hanno semplicemnete redatto un verbale di accertamento. "Ancora niente multa - ha spiegato poco dopo Passaro - ma non è escluso che quella arrivi in un secondo momento.

Qualche altro ristoratore e barista ha optato per  una manifestazione simbolica, tirando su la serranda e accendendo la luce, ma non aprendo al pubblico. Tra questi, il comitato ’Tutela ristoranti Bologna’ che conta già cento partecipanti e sta preparando con l’avvocato Massimiliano Bacillieri il ricorso al Tar del Lazio contro tutti i Dpcm "discriminanti". Sulla stessa linea gli esercenti resistenti dell’ex grillino oggi ristoratore Giovanni Favia. 

La protesta ironica dei ristoratori di Cesena

Niente tensioni, ma diversi esercenti hanno scelto la strada dell'amara ironia per denunciare la situazione disperata nella quale si sono ritrovati: dalle magliette con scritto 'Ora Basta' agli allestimenti  realizzati all'interno dei rispettivi locali (VIDEO), dove il pubblico non poteva entrare dove al posto delle persone erano stati fatti accomodare manichini piuttosto che scatole di birra.