FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Terremoto, seconda scossa in pochi giorni: l’esperto spiega l’origine

Paride Antolini (presidente Ordine Geologi Emilia Romagna): “L’Appennino sotto la Pianura Padana si muove. Ci sono faglie attive che conosciamo bene e con questa profondità è normale che i sismi si sentano in un territorio così vasto”

Due scosse di 4.2 in Alto Polesine in pochi giorni: ecco i motivi. Nel tondo Paride Antolini (presidente Ordine Geologi E-R)

Due scosse di 4.2 in Alto Polesine in pochi giorni: ecco i motivi. Nel tondo Paride Antolini (presidente Ordine Geologi E-R)

Bologna, 28 ottobre 2023 – Terremoto: due scosse con lo stesso epicentro (Ceneselli, Rovigo) e la stessa magnitudo (4.2 della scala Richter) nel giro di quattro giorni. Vengono in mente pessimi ricordi, come il sisma devastante che ha colpito l’Emilia nel 2012, dopo tutto la zona è quella.

Terremoto di magnitudo 3.4 tra Reggio Emilia e Modena del 30 ottobre

E infatti: “Sono le faglie dell’Appennino sepolto che si muovono e anche questo terremoto è riconducibile al movimento del territorio emiliano”, conferma Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna.

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"Il sisma di oggi è stato profondo come quello dell’altro giorno”, spiega. “Si tratta dell’evoluzione della parte più profonda della pianura Padana, dove sappiamo che ci sono delle faglie attive. C’è una migrazione dell'Appennino verso nord est e siamo consapevoli che c'è movimento: si muove di qualche millimetro all'anno, perché ogni tanto qualche faglia si attiva”.

La scossa si è sentita distintamente in tutto il Veneto e in buona parte dell’Emilia.

“Sì, quando sono così profonde c'è anche un certo risentimento nell'intorno. Sono terremoti modesti, però significativi perché destano sempre attenzione. Dobbiamo sempre avere un certo riguardo nel costruire e nell'affrontare i temi sismici del nostro paese”.

Colpisce che entrambi i sismi abbiano avuto la stessa magnitudo.

“Confermo che il valore di 4.2 si comincia a sentire in superficie, ma dipende molto dalla profondità, perché più un sisma è profondo e meno lo sentiamo".

Questo spiegherebbe anche come mai si sono sentiti in un territorio così vasto?

“Certo, la profondità (in questo caso tra gli 8 e i 10 km) incide molto sulla porzione di terra che trema. Come mi piace sempre dire: sotto questa pianura Padana, c'è un bambino che cresce, cioè l'Appennino. Si tratta in ogni caso di strutture abbastanza conosciute nelle carte geologiche”.

La vicinanza territoriale alla zona del sisma del 2012 in Emilia, però, desta preoccupazione.

“È comprensibile che sia così. Prima del sisma del 2012, avevamo l’idea che un terremoto avvenisse solo in montagna e in Appennino. Ci eravamo dimenticati che invece può succedere anche in pianura, anche perché sono i sedimenti alluvionali che hanno appiattito il territorio”.

Ci racconti.

“Se noi togliessimo tutti i sedimenti portati dai fiumi, al posto della pianura avremmo le stesse montagne che abbiamo in Appennino, avremmo quindi una topografia montana. Questi sono terremoti che hanno una loro importanza nell'evoluzione della pianura. Magari con altre intensità, possono creare in superfici come l’Emilia degli spostamenti – a volte millimetrici, altre centimetrici – che influiscono poi nel divagare dei fiumi della pianura. È cosa nota e conosciuta che i decorsi dei fiumi in pianura vengano anche influenzati dai terremoti nei millenni”.