Editoriale

Manodopera, più stranieri. Vendemmia salva

Bologna, 19 agosto 2023 – Dall'inizio dell'anno a oggi ho letto che sono arrivati in Italia clandestinamente circa 100mila migranti di varie etnie. Dove finiranno queste persone? Per ora vedo che sono state distribuite in varie città, compresa Bologna. Forse per evitare che parte di questi migranti finisca nel gorgo della malavita sarebbe il caso di impiegarli nei lavori stagionali. Una soluzione andrà pur trovata, almeno in modo temporaneo, prima di capire se hanno i requisiti per rimanere in Italia.

Giulio Rossi

Risponde Beppe Boni

Non esiste per i lavori stagionali l'automatismo che faccia scattare l'impiego dei migranti giunti in Italia clandestinamente. La procedura al loro arrivo prevede l'identificazione, l'individuazione di uno status che può essere (ma non per tutti) quello del rifugiato o altro. In alcuni casi è possibile arrivare all'impiego lavorativo, ma non in modo automatico. L'impiego per la manodopera straniera oggi è regolato dai flussi con una dinamica trasparente e con tutte le tutele necessarie per i lavoratori.

In Emilia Romagna, secondo stime fatte in aprile, serve mediamente una forza lavoro di 6mila persone soprattutto nei settori di turismo e agricoltura. Sono due settori dove gli italiani nonostante il caro-tutto, dall'energia, al carburante, alla spesa, si impegnano marginalmente. In primavera il numero assegnato all'Emilia Romagna era di 2mila lavoratori, giudicato però insufficiente dalle categorie produttive. Oggi è stato aggiornato e si dovrebbe riuscire a coprire l'esigenza di manodopera.

Coldiretti sostiene che grazie all'aumento dei flussi di lavoratori stranieri è salva la vendemmia che altrimenti avrebbe sofferto di mancanza di operatori. Il nuovo decreto ha dato il via libera a 40mila extracomunitari, giudicati necessari per le esigenze di buona parte dell'Italia. Sempre secondo Coldiretti i lavoratori stranieri occupati in agricoltura a Bologna e in Emilia Romagna sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania. Si tratta di dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno varcano il confine per il lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Molti di essi, professionalmente validi, stabiliscono relazioni professionali durature con le imprese agricole che così hanno garanzia di qualità sul lavoro.

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