Alluvione, Bonaccini: “Tempi lunghi per i soldi, ora incontro urgente con Meloni”

Il governatore dell’Emilia Romagna infuriato invia una lettera alla premier: “Avevamo chiesto nuove risorse per la ricostruzione, ma siamo stati ignorati per l'ennesima volta”. Tra i firmatari anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “La destra prenda la vanga e venga con noi ad aggiustare le strade”

Bologna, 8 agosto 2023 – “Sono state di nuovo ignorate le nostre richieste, mancano ancora gli indennizzi a cittadini e imprese. Serve un incontro urgente”. E’ durissima la lettera che il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, infuriato, ha scritto alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, in merito ai soldi che ancora mancano per coprire i danni in seguito all’alluvione del maggio scorso. 

Alluvione a Cesena, a che punto è la ricostruzione

Stefano Bonaccini e Giorgia Meloni
Stefano Bonaccini e Giorgia Meloni

All'indomani dell'ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, Bonaccini ha dunque inviato una lettera a Giorgia Meloni, per chiedere un incontro urgente e avanzare alcune proposte per la ricostruzione delle zone colpite dal maltempo.

La lettera è condivisa e firmata anche da Matteo Lepore, sindaco della Città Metropolitana di Bologna, da Michele De Pascale, presidente della Provincia di Ravenna, e da Enzo Lattuca, Presidente della Provincia di Forlì-Cesena.

"Insieme ai sindaci e a tanti amministratori delle zone colpite dall'alluvione – recita la missiva -, ieri avevamo chiesto al Governo di inserire nell'ultimo Consiglio dei Ministri nuove risorse per la ricostruzione. Siamo stati ignorati per l'ennesima volta e non sono ancora previsti gli stanziamenti per gli indennizzi a cittadini e imprese, che a distanza di oltre tre mesi dagli eventi alluvionali, pretendono giustamente di vedere mantenuta la promessa dell'esecutivo di ristorare al 100% i danni subiti attraverso procedure snelle e rapide - spiega il presidente Bonaccini -. Con questa lettera, facciamo nostro questo legittimo grido di allarme e la richiesta di attenzione che si sta sollevando dai nostri territori. Proprio per la dignità e la civiltà dimostrate in questi mesi così difficili, le nostre comunità meritano risposte in tempi brevissimi, sotto forma di atti concreti". Così come, prosegue il presidente della Regione, "il Commissario Figliuolo, con il quale la collaborazione sta proseguendo in maniera proficua e quotidiana, in stretto raccordo con le amministrazioni e le strutture regionali, va messo nelle condizioni di lavorare velocemente con risorse e stanziamenti certi al più presto".

Nella lettera alla premier, Bonaccini, il sindaco della Città Metropolitana e i presidenti delle Province avanzano due proposte all'Esecutivo.

La prima consiste "nell'attivazione del risarcimento del danno per famiglie e imprese attraverso il meccanismo del credito d'imposta", che garantirebbe un beneficio immediato con la disponibilità immediata di tutte le risorse spettanti. La seconda è la messa a disposizione degli stanziamenti già previsti in due provvedimenti del Governo e non impiegati, se non in piccola parte: dei 900 milioni di euro previsti per l'attivazione degli ammortizzatori sociali, risultano domande per solo 30 milioni, mentre dei 300 milioni destinati al ristoro per le aziende a forte vocazione all'export, solo una piccola parte è stata impiegata. E' a disposizione, dunque, un tesoretto di oltre 1 miliardo di euro che anche le rappresentanze istituzionali ed economiche del Patto per il Lavoro e per il Clima hanno condiviso vadano ridestiate per coprire gli indennizzi privati per famiglie e imprese, d'accordo con le modalità che vorrà attivare il Commissario per la ricostruzione”.

E proprio nell'altra lettera inviata ieri al Commissario Francesco Paolo Figliuolo, Bonaccini ha chiesto al Generale un incontro in presenza a Bologna insieme a tutti i firmatari del Patto per il lavoro e per il Clima, sulla scia di quello dello scorso 3 luglio. Il Commissario ha già confermato la propria disponibilità e a breve sarà definita la data.

L'occasione, scrive il presidente, per dare spazio alle "preoccupazioni emerse in seno alle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali circa la disponibilità effettiva di risorse per sostenere la ricostruzione privata, le procedure che saranno definite per approntarla nonché i tempi conseguenti".

Lepore: "La destra prenda la vanga e venga con noi ad aggiustare le strade”

“A tre mesi dell'Alluvione in Emilia-Romagna siamo ancora qua, ognuno di fronte alle proprie responsabilità. Non posso accettare che a un evento tragico come questo si lasci rispondere con le raccolte fondi autogestite o il crowdfunding, iniziative degne di rispetto, encomiabili perfino, ma che non sono una soluzione bensì la drammatica denuncia di una inerzia senza precedenti. Basta polemiche. Dateci una mano concreta piuttosto”, dice il sindaco di Bologna Matteo Lepore, a proposito degli interventi post-alluvione.

L'appello del sindaco parte dal video virale dei ragazzi di Fontanelice dei giorni scorsi. Una situazione che verrà temporaneamente risolta dalla Città metropolitana che farà un bypass con un intervento da 100mila euro. "A tre mesi dall'Alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna - dice - ho come l'impressione che in molti, dalle parti di Roma, non abbiano capito cosa sia realmente successo. Mi rivolgo anche agli esponenti locali del centrodestra che qui sono all'opposizione. Nel dubbio vi chiedo di prendere in mano una simbolica vanga e venire con noi ad aggiustare strade e frane, di cessare le polemiche ed aiutarci a trovare i soldi per rifondere al 100% cittadini e imprese colpite. Alcuni di voi lo stanno facendo e infatti lavoriamo bene assieme. Altri francamente...”.

La strada di Fontanelice, dice Lepore, è solamente una delle tante frane che hanno colpito l'area metropolitana di Bologna. "Ci sgoliamo - prosegue - nel dire che le risorse non bastano e che la burocrazia sta prendendo il sopravvento. Le risorse che come Città Metropolitana e Comuni stiamo mettendo sono sottratte ad altre attività. A Fontanelice anticiperemo i 100 mila euro necessari. È bastata una telefonata al generale Figliuolo per dirci con pragmatismo che era la cosa migliore a fronte di un intervento definitivo dal valore di 2,1 milioni di euro, che impiegherà diversi mesi. Ma mi permetto però di dire al Governo che servono più metodo, più coordinamento e soprattutto più risorse”.