Come funziona il sistema di allarme It-Alert, primi test in Emilia Romagna

Si tratta del servizio nazionale che avvisa i cittadini via messaggio in caso di emergenze naturali. In regione la sperimentazione partirà il 10 luglio, perché il ministro Musumeci ha indicato l’inizio del 2024 il momento per rendere pienamente operativo il progetto

Bologna, 20 giugno 2023 – Essere allertati in tempo in caso di catastrofi naturali. E’ l’obiettivo che si pone il ministero della Protezione civile e l’Emilia Romagna sarà tra le prime regioni che sperimenteranno il sistema nazionale di allarme pubblico It-Alert. Sistema che – come ha indicato il ministro della Protezione civile Nello Musumeci – si cercherà di rendere pienamente operativo all’inizio del 2024. In Emilia Romagna la sperimentazione partirà il 10 luglio 2023.   

Si tratta di un servizio che permette di allertare i cittadini via messaggio in caso di emergenza come maremoti, collasso di dighe, eruzioni di vulcani, incidenti in grande complessi industriali, nubifragi e alluvioni.

Si sperimenta il nuovo servizio governativo di allerta per le emergenze naturali
Si sperimenta il nuovo servizio governativo di allerta per le emergenze naturali

D’altronde l’Emilia Romagna è appena stata colpita dalla devastazione dell’alluvione di metà maggio che ha provocato danni per 9 miliardi di euro, secondo i dati della Regione. Regione che è in pressing sul Governo sia per avere i fondi (ma l’Esecutivo non ha ancora reso note le stime), sia per la nomina del commissario straordinario, cosa che ha fatto divampare anche la polemica politica

Come funziona It-Alert

L'obiettivo di It- Alert, ha spiegato il ministro, è "comunicare alle popolazioni di un determinato territorio una grave emergenza che può essere già in corso oppure imminente. Il sistema non ancora operativo, proprio per il suo forte impatto sul territorio. Stiamo procedendo con grande cautela perché il sistema è particolarmente articolato, va gestito con grande sobrietà e diventa operativo solo quando abbiamo superato tutte le criticità registrate nella precedente fase di sperimentazione".

I test saranno effettuati nelle varie regioni italiane, con il messaggio di allarme che sarà inviato in doppia lingua, italiano e inglese, a tutti coloro che si trovano nell'area della sperimentazione.

Il servizio It-Alert, realizzato dal Dipartimento della Protezione Civile grazie anche alla collaborazione con quattro operatori nazionali di telefonia, è già stato testato nell'Isola di Vulcano e nello Stretto di Messina.

"Il risultato è stato soddisfacente ma non entusiasmante perché siamo nella fase della sperimentazione, ma contiamo di renderlo pienamente esecutivo all'inizio del prossimo anno", ha spiegato Musumeci.

Le date della sperimentazione

Prima, però, il sistema dovrà essere sperimentato in tutte le Regioni italiane: la prima fase, prevista tra il 28 giugno e il 10 luglio, interesserà Toscana (28 giugno), Sardegna (30 giugno), Sicilia (5 luglio), Calabria (7 luglio) ed Emilia Romagna (10 luglio).

"Si lavora - ha puntualizzato ancora Musumeci - perchè il maggior numero di cittadini con telefonino possa essere raggiunto da un segnale di allarme e si abbia consapevolezza da parte della popolazione di trovarsi in una situazione di emergenza".

Un sistema di allarme nazionale, ha detto ancora il ministro, che nasce dall'esigenza di promuovere una cultura della prevenzione: "Il cittadino deve essere informato se vive su un territorio a rischio e deve sapere a quale rischio si trova esposto il proprio territorio. Questo consente a ciascuno di noi di adottare una condotta maggiormente responsabile in caso di emergenza. L'impegno è entrare nella specificità della condotta di ciascun cittadino, aiutarlo a scegliere quando si trova in una situazione di emergenza. Non esiste il rischio zero, ma lo Stato ha il dovere di accompagnare il cittadino nelle situazioni di emergenza perchè possa ridurre, non azzerare, il rischio".

L'obiettivo è "aumentare la confidenza dei cittadini con una tecnologia che dovrà accompagnarci in un percorso della nostra sicurezza", ha precisato il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha precisato: "Siamo molto confidenti sul risultato che i cittadini ci daranno di questa sperimentazione".