Furti esplosivi ai bancomat di Emilia Romagna e Toscana: banda ruba 400mila euro. In 11 verso il processo

Colpi a raffica da marzo a novembre 2020. I blitz messi a segno con auto rubate, ricetrasmittenti e passamontagna

Le indagini scattarono dopo l’arresto in flagrante di alcuni membri della presunta banda. Colpi sparsi anche in Toscana

Le indagini scattarono dopo l’arresto in flagrante di alcuni membri della presunta banda. Colpi sparsi anche in Toscana

Bologna, 17 marzo 2023 – Una banda di "bancomattari" organizzatissima. Un modus operandi con la tecnica della "marmotta" consolidato: prima si rubava o ci si procurava un’auto rubata, meglio se di grossa cilindrata, da utilizzare per il furto, la cui targa veniva sostituita con un’altra, sempre rubata; poi, le vetture venivano piazzate in uno dei due garage che i ladri avevano preso in affitto a Castel Maggiore e a bordo vi caricavano gli abiti e i passamontagna necessari per travestirsi, le ricetrasmittenti per comunicare senza usare i cellulari (intercettabili), e appunto gli ordigni detti "marmotte", utilizzati infine per fare saltare i bancomat prescelti, facendoli deflagrare dopo averli infilati nelle feritoie da cui esce il contante.

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Questo almeno è il quadro delineato dalla Procura: i colpi contestati, con bottini di decine di migliaia di euro ogni volta, sono undici, sparsi tra tutta l’Emilia-Romagna e alcuni pure in Toscana. Ma la base della banda era tutta in città.

Ora, è arrivato l’avviso di fine indagine (atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) firmato dal procuratore aggiunto Morena Plazzi, destinato a undici uomini, quasi tutti bolognesi, tra i 25 e i 50 anni, residenti tra Borgo Panigale, Barca e centro, accusati a vario titolo di furto aggravato in concorso, ricettazione di auto e targhe, detenzione di esplosivo, e, sette di loro, di associazione a delinquere finalizzata ai furti con l’utilizzo di materiale esplosivo. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Matteo Murgo, Robert Venturi e Antonio Cappuccio. Alcuni devono rispondere anche di danneggiamenti, per avere dato alle fiamme le auto utilizzate per i colpi al fine di cancellare le proprie tracce e, in un caso, per avere forato con dei chiodi gettati sull’asfalto le gomme dell’auto di servizio dei carabinieri che li stavano inseguendo. Non solo: gli inquirenti ritengono che diversi colpi siano stati messi a segno con altre persone rimaste ignote, perciò l’indagine potrebbe ampliarsi ancora.

I furti contestati, si diceva, sono numerosi, avvenuti tra marzo e novembre 2020: il bottino finale stimato, solo di contanti ’prelevati’ dai bancomat fatti saltare per aria, sfiora i 400mila euro. A fare scattare l’indagine di carabinieri e Procura fu l’arresto in flagrante, appunto a fine novembre 2020, di sei dei sette indagati ora accusati dell’associazione, dopo che avevano messo a segno un colpo in provincia di Bologna.

Tra questi colpi c’è anche un tentato assalto, il 6 agosto 2020, alla Bper di Fratta Terme, nel Forlivese.