L’emergenza incidenti sul lavoro. Luci e ombre: "Sicurezza a metà"

Calano casi e morti. Ma a Modena, Parma, Piacenza e Reggio il bilancio delle vittime è purtroppo cresciuto

Bologna, 27 dicembre 2023 – È un fievole "barlume di speranza" il calo degli infortuni sul lavoro denunciati nel 2023 in Emilia-Romagna. A oscurarlo in parte, però, è l’aumento delle morti bianche su alcune singole province del nostro territorio, che consegnano così un quadro tra "luci e ombre" e confermano la necessità, impellente, di ulteriori misure preventive e di sicurezza.

Infortuni sul lavoro: i dati in Emilia Romagna
Infortuni sul lavoro: i dati in Emilia Romagna

"C’è stato un miglioramento complessivo nella nostra regione ed è importante continuare a seguire questa tendenza – spiega Filippo Pieri, segretario generale della Cisl Emilia-Romagna -. Purtroppo però, questo aspetto non caratterizza tutti i nostri territori: alcune province, a differenza di altre, hanno visto un incremento degli infortuni mortali denunciati rispetto all’anno precedente. Rimane comunque tanta strada da fare, perché siamo ancora lontani dall’obiettivo, seppur complesso, di zero morti sul lavoro".

Numeri alla mano, considerando i primi nove mesi dell’anno, l’Emilia-Romagna ha infatti segnato un calo degli infortuni denunciati pari al 7,55%, passando da 61.686 casi nel 2022 a 57.027 casi nel 2023. La percentuale di infortuni maschili è passata dal 63,09% al 66,18%, mentre quella femminile è scesa dal 36,93% al 33,82%. E gli infortuni mortali denunciati, invece, sono scesi da 65 del 2022 a 58 del 2023: le singole province che vedono un aumento rispetto all’anno precedente, invece, sono Modena (+3), Parma (+2), Piacenza (+1) e Reggio Emilia (+1).

Così, se a livello regionale i dati mostrano quindi una prospettiva di miglioramento, la piaga rimane comunque ben lontana dal rimarginarsi. Ed è necessario mantenere i riflettori ben puntati sul tema. "Il protocollo sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto da tutti i firmatari del patto per il lavoro e per il clima, deve essere applicato in tutte le sue parti – ammonisce Pieri -. Tra le altre cose, il protocollo prevede infatti anche la costituzione di tavoli provinciali Non tutti sono ancora operativi. Continueremo a sollecitare". Inoltre, rimane fondamentale "intensificare i controlli sui luoghi di lavoro, con un maggiore numero di ispettori e puntare allo stesso tempo su attività di prevenzione e sulla cultura, partendo dalle scuole – continua Pieri -. Così come risulta fondamentale investire sempre di più in tecnologie e digitalizzazione: pensiamo ad esempio all’importanza dei sensori nei mezzi come camion, escavatori, muletti o da inserire nelle tute che i lavoratori indossano, per allertarli in caso di rischio di collisione. Ancora oggi, tra i settori più a rischio risultano l’edilizia, l’agricoltura e la logistica".

Ma se il quadro contemporaneo è chiaro, qual era invece lo scenario in Emilia-Romagna cinque, dieci o vent’anni fa? L’analisi, questa volta, non mette sotto la lente di ingrandimento i dati delle denunce, bensì gli infortuni sul lavoro già accertati dall’Inail: nel lontano 2003, questi ammontavano a 85.957 - con esito mortale 142 – in tutta l’Emilia-Romagna, mentre dieci anni dopo, nel 2013, gli infortuni accertati positivi risultano essere 59.797, con esito mortale 64. Considerando quindi gli infortuni accertati nel corso di tutto il 2022 (46.852 con esito mortale 47) la diminuzione rispetto al 2013, nove anni prima, è del -26.56%. Nel 2014 invece, gli infortuni accertati ammontavano a 73, diminuiti a 60 nel 2015 e tornati però a crescere nel 2016 - quando furono ben 93 – finora il dato più alto degli ultimi dieci anni.