Università Emilia-Romagna: investimento record di 150 milioni per le borse di studio

Aumenta sia il numero di beneficiari, sia l'importo unitario delle borse di studio. La rettrice di Ferrara Ramacciotti: “La scelta di molti studenti sul dove proseguire i loro percorsi di studi ricade sulla nostra regione anche per i servizi che vengono offerti”

Bologna, 12 dicembre 2023 – L’Emilia-Romagna investe “circa 150 milioni di euro complessivi sul diritto allo studio”. Lo ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di un incontro per illustrare le nuove misure a favore degli studenti universitari insieme all’assessora all’Università, Paola Salomoni, che si è collegata in videoconferenza. Con loro c’erano anche la rettrice dell’Università di Ferrara, Laura Ramaciotti, il prorettore dell’Università di Modena, Gianluca Marchi e quello dell’Università di Parma, Fabrizio Storti e il delegato dell’Università di Bologna per gli studenti, Federico Condello.

Gianluca Marchi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Stefano Bonaccini, presidente regione Emilia Romagna, Laura Ramaciotti, magnifica rettrice dell’Università di Ferrara.
Gianluca Marchi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Stefano Bonaccini, presidente regione Emilia Romagna, Laura Ramaciotti, magnifica rettrice dell’Università di Ferrara.

“Siamo tra le pochissime regioni a garantire il 100% delle borse di studio a tutti gli studenti idonei iscritti alle Università dell’Emilia-Romagna – dice Bonaccini –, sia chi è in sede sia chi è fuori sede”. In tutto sono quasi 28mila gli studenti che avranno tutti la borsa di studio, finanziate dalla Regione attraverso il fondo ER.GO per 60 milioni, oltre che con 27,5 milioni raccolti grazie alla tassa regionale per il diritto allo studio con 26,7 milioni del Pnrr e con 34,6 milioni del Fondo integrativo statale e con un contributo delle stesse università del territorio.

Per l'anno accademico 2023-24 sono stati stanziati 15 milioni in più rispetto all'anno precedente. Aumenta sia il numero di beneficiari (+3%) sia l'importo unitario delle borse di studio: +8%, che sale del 20% per le studentesse delle materie scientifiche, ingegneristiche, matematiche (Stem). In particolare, le borse di studio per i fuori sede ammontano a 6.656,52 euro all’anno, in aumento dell’8% rispetto al 2022, per i pendolari la cifra è di 3.889,99 euro e per gli studenti in sede di 2.682,77 euro. La prima rata, destinata a circa 4mila matricole, è già stata erogata il 10 novembre.

Alloggi

Anche sul fronte degli alloggi molto è stato fatto. “Da qui al 2027 ci sarà un incremento del 40% dei posti disponibili”, assicura Bonaccini, sottolineando che sono già stati assegnati più di 3.800 posti letto, altri 1.325 saranno realizzati nei prossimi anni e l’obiettivo è di superare quota 5.100. "Questo governo si prenderebbe un merito straordinario se riuscisse a produrre un piano casa degno di questo nome perché è dai tempi in cui era ministro Fanfani che non viene fatto un piano di questo tipo", aggiunge Bonaccini parlando di "vera e propria emergenza casa". 

La scelta di studiare e lavorare in Emilia Romagna

“Mi piace molto dialogare con gli studenti e tanti dichiarano apertamente che la loro scelta sul dove proseguire i loro percorsi di studi ricade sull’Emilia-Romagna anche per i servizi che vengono offerti”, spiega la rettrice dell’Università di Ferrara, Laura Ramaciotti. Tra gli elementi attrattivi ci sono anche “il percorso, la qualità e la cura della didattica”. “Il tema della qualità della vita, dei servizi, delle prospettive, delle opportunità di lavoro sono tutti temi molto sentiti dagli studenti” che poi in decidono di fermarsi in regione per vivere e lavorare.

La situazione, però, resta lontana da quella della Svezia o di altri Paesi europei dove gli studenti universitari godono di maggiore sostegno. “Ricordo spesso a molti colleghi e studenti che non siamo in Svezia – aggiunge la rettrice – e a risorse date i nostri atenei stanno cercando di fare il massimo. Sicuramente si può fare di più per proseguire quello che si è fatto obtorto collo in epoca Covid” in termini di didattica a distanza, anche perché le università telematiche stanno riscuotendo notevole successo. “Ci stiamo ragionando – conclude la rettrice – e stiamo cercando di dare di più anche in questo senso”.