
Assalto a Marotta, operazione dei carabinieri di Ancona e Jesi: sequestrata anche una pistola carica e chiodi per la fuga. Recuperato il bottino di 22mila euro. Nell’auto trovata un’altra ’marmotta’ pronta per il successivo assalto.
E’ stato arrestato anche il quarto componente della banda che la notte tra lunedì e martedì ha fatto esplodere il bancomat del Credit Agricole in piazza dell’Unificazione a Marotta. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Ancona guidato dal colonnello Roberto Di Costanzo, e della Compagnia di Jesi, che nei minuti successivi al colpo avevano preso tre degli autori, recuperando il bottino e, poi, sono riusciti ad assicurare alla giustizia anche il quarto uomo, che inizialmente si era dileguato.
I quattro provengono dalla Vallesina (An) ed erano già noti alle forze dell’ordine. I militari dorici stavano svolgendo, con diverse pattuglie in borghese, un servizio mirato proprio a contrastare il fenomeno dei furti a danno dei bancomat. Durante le attività di presidio si sono imbattuti in una macchina che appariva analoga a quella segnalata in diversi episodi di furto e che, nella circostanza, era resa ancor più sospetta dalla presenza a bordo, nel cuore della notte, di quattro uomini. Ne è nato così un lungo e discreto pedinamento, che dai confini di Ancona ha portato i militari fino a Marotta.
Durante le ricerche, improvvisamente è arrivata l’esplosione, segno del furto realizzato con i classici ordigni esplosivi fatti in casa, meglio noti con il termine ‘marmotta’. Localizzata l’auto sospetta, parcheggiata in una traversa della litoranea, i carabinieri hanno cinturato l’area e una pattuglia ha intercettato i quattro soggetti in fuga col bottino nel sottopasso ferroviario. Riuscendo a bloccarne tre. Uno di questi nella fuga ha abbandonato una borsa contenente oltre 22mila euro, subito recuperata. Nel sottopasso sono stati rinvenuti numerosi arnesi da scasso, oltre a un’altra ‘marmotta’ esplosiva, già pronta all’uso. Nel veicolo, invece, è stata trovata una terza ‘marmotta’ e un secchio da cantiere contenente decine di chiodi a 4 punte che dovevano servire in caso di fuga in auto. Nel corso delle perquisizioni personali è emerso un particolare inquietante: uno degli arrestati aveva nel marsupio una pistola carica e funzionante, che fortunatamente non ha avuto il tempo di impugnare.
Sandro Franceschetti