ROBERTO CRUCIANI
Cronaca

La Fermana in difficoltà. Una stagione maledetta. Iniziata in grave ritardo e finita nel modo peggiore

Prima la retrocessione dalla C che si è portata dietro tanti problemi che si sono abbattuti anche sull’attuale campionato: ma le speranze erano ben diverse e nessuno si aspettava l’ultimo posto in classifica.

Prima la retrocessione dalla C che si è portata dietro tanti problemi che si sono abbattuti anche sull’attuale campionato: ma le speranze erano ben diverse e nessuno si aspettava l’ultimo posto in classifica.

Prima la retrocessione dalla C che si è portata dietro tanti problemi che si sono abbattuti anche sull’attuale campionato: ma le speranze erano ben diverse e nessuno si aspettava l’ultimo posto in classifica.

Stagione complicata, iniziata in ritardo ma purtroppo finita "in anticipo" quella della Fermana edizione 2024-2025. La retrocessione all’ultima giornata in C lascia ferite aperte con la proprietà rappresentata dalla famiglia Simoni che ci ha messo diverse settimane a riorganizzarsi. Per essere al via della D hanno dovuto regolare le pendenze dello scorso anno (quasi tutte) per riuscire ad iscrivesi lo scorso luglio alla Serie D. "Impresa" riuscita in extremis ma senza l’organizzazione giusta per ripartire. A dire il vero interessamenti per prendere la Fermana ci sono stati: legati a Di Matteo in estate e soprattutto il Gruppo Fabriani era arrivato praticamente alla firma, saltata in extremis anche sotto pressione della piazza canarina, nella prima decade di agosto. Il piano B, di concerto tra comune e società, era pronto e concretizzatosi il 12 agosto con l’arrivo del dg Federico Ruggeri, il ds Michele Paolucci mentre quale direttore operativo è stato scelto Marco Catalano. Parola d’ordine "ripulire la società dal marcio e dalle metastasi precedenti" come candidamente ammesso in conferenza stampa di presentazione. Per la parte sportiva si inizia il 16 agosto, con Dario Bolzan in panchina. Preparazione? Praticamente nulla, non ci sono i tempi tecnici. Squadra costruita in fretta e furia, due-tre amichevoli e una gara di Coppa Itallia senza colpo ferire. In campionato si inizia bene, le gambe girano leggere e si vince a Recanati e Ascoli. Ma passano le settimane e i gol diventano una chimera, gli infortuni si susseguono e le difficoltà aumentano con la classifica che si fa preoccupante. Parallelamente si lavora alla ristrutturazione del debito, arrivato ad oltre 4 milioni di euro. In campo si sceglie di cambiare: panchina a Fabio Brini e squadra che cambia molto sul mercato. Entrano con ruoli operativi Samuele Isidori, Roberto Feroni (entrambi vice presidenti) e Stefano Faggio: ci mettono passione e portafoglio. Avvio promettente, sette punti in tre gare ma poi si torna a soffrire e si arriva in fondo alla classifica. Mossa della "disperazione" o quasi: terzo allenatore stagionale con Mirko Savini (dopo una lungo casting) ma l’ombra della terza retrocessione in quattro anni è concreta. Il popolo canarino è stanco e diserta lo stadio, contesta la famiglia Simoni con striscioni e sui social. E il futuro? Tra Eccellenza (quasi certa) e omologa del debito ma soprattutto serve un nuovo progetto cui si sta iniziando a lavorare.

Roberto Cruciani