FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Compagno violento, botte e obbligo di dire ‘Sì, padrone’

Ieri la sentenza, cinque anni e mezzo di reclusione oltre a diecimila euro di provvisionale per la vittima. L’imputato era accusato di quattro anni di soprusi, cade l’aggravante dell’aver agito davanti ai figli

La donna ha sporto denuncia ai carabinieri (foto di repertorio)

La donna ha sporto denuncia ai carabinieri (foto di repertorio)

Ferrara, 20 giugno 2025 – Botte, soprusi, umiliazioni e l’obbligo di rivolgersi a lui con l’espressione ‘Sì, padrone’. Comportamenti che, dopo quattro anni di silenziosa sopportazione, hanno spinto una donna di 38 anni a denunciare il convivente e portarlo in tribunale.

Il processo a carico dell’uomo, un 45enne italiano imputato di maltrattamenti in famiglia e lesioni, si è concluso ieri mattina con una stangata. I giudici del collegio lo hanno infatti condannato a cinque anni e mezzo di reclusione, oltre a diecimila euro di provvisionale da versare alla persona offesa.

Una pena leggermente inferiore rispetto a quella chiesta nell’udienza precedente dal pubblico ministero Sveva Insalata, che aveva proposto sette anni e due mesi. A determinare il ‘ricalcolo’ del tribunale è stata l’esclusione dell’aggravante di aver commesso il fatto davanti ai figli minori.

Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere novanta giorni. Nessuna dichiarazione a fine udienza da parte dei legali delle parti, gli avvocati Marina Gionchetti per l’imputato (al momento irreperibile e sul quale pende ancora un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa) e Giampaolo Remondi per la vittima.

Per lunghi anni, quella casa era diventata per la 38enne una sorta di gabbia fatta di maltrattamenti e violenze. L’incubo sarebbe durato dal 2019 all’ottobre del 2023, proseguendo anche oltre la fine della convivenza. Secondo la tesi della procura, l’imputato avrebbe minacciato, picchiato e offeso la compagna al fine di sottometterla alla propria volontà e terrorizzarla nel caso avesse cercato di ribellarsi al suo volere.

In particolare, avrebbe fatto leva sulla dipendenza economica della malcapitata, costringendola a rivolgersi a lui con la frase ‘Sì padrone’ ogni volta che necessitava di qualcosa. Ma questa è solo una piccola parte delle contestazioni. In un’occasione, nel giorno del compleanno di uno dei figli, l’avrebbe presa a schiaffi e sbattuta contro il muro soltanto per aver comprato una torta, disubbidendo così ai suoi ordini.

E poi ancora botte, calci, minacce. Tra gli episodi più rilevanti, c’è quello avvenuto nel luglio 2023. In risposta a una lamentela della compagna, l’uomo le avrebbe sferrato un pugno in faccia rompendole due denti e invitandola a prostituirsi per procurarsi i soldi per le cure e la riparazione.

L’ultima aggressione è dell’ottobre dello stesso anno, quando l’uomo, dopo averla minacciata di morte, le ha morso un dito. È stata l’ultima goccia. Dopo quell’episodio, la vittima ha trovato il coraggio di denunciare e di portare il compagno-padrone davanti ai giudici che ieri hanno emesso la prima pesante sentenza di condanna.

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