
La donna ha sporto denuncia ai carabinieri (foto di repertorio)
Ferrara, 20 giugno 2025 – Botte, soprusi, umiliazioni e l’obbligo di rivolgersi a lui con l’espressione ‘Sì, padrone’. Comportamenti che, dopo quattro anni di silenziosa sopportazione, hanno spinto una donna di 38 anni a denunciare il convivente e portarlo in tribunale.
Il processo a carico dell’uomo, un 45enne italiano imputato di maltrattamenti in famiglia e lesioni, si è concluso ieri mattina con una stangata. I giudici del collegio lo hanno infatti condannato a cinque anni e mezzo di reclusione, oltre a diecimila euro di provvisionale da versare alla persona offesa.
Una pena leggermente inferiore rispetto a quella chiesta nell’udienza precedente dal pubblico ministero Sveva Insalata, che aveva proposto sette anni e due mesi. A determinare il ‘ricalcolo’ del tribunale è stata l’esclusione dell’aggravante di aver commesso il fatto davanti ai figli minori.
Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere novanta giorni. Nessuna dichiarazione a fine udienza da parte dei legali delle parti, gli avvocati Marina Gionchetti per l’imputato (al momento irreperibile e sul quale pende ancora un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa) e Giampaolo Remondi per la vittima.
Per lunghi anni, quella casa era diventata per la 38enne una sorta di gabbia fatta di maltrattamenti e violenze. L’incubo sarebbe durato dal 2019 all’ottobre del 2023, proseguendo anche oltre la fine della convivenza. Secondo la tesi della procura, l’imputato avrebbe minacciato, picchiato e offeso la compagna al fine di sottometterla alla propria volontà e terrorizzarla nel caso avesse cercato di ribellarsi al suo volere.
In particolare, avrebbe fatto leva sulla dipendenza economica della malcapitata, costringendola a rivolgersi a lui con la frase ‘Sì padrone’ ogni volta che necessitava di qualcosa. Ma questa è solo una piccola parte delle contestazioni. In un’occasione, nel giorno del compleanno di uno dei figli, l’avrebbe presa a schiaffi e sbattuta contro il muro soltanto per aver comprato una torta, disubbidendo così ai suoi ordini.
E poi ancora botte, calci, minacce. Tra gli episodi più rilevanti, c’è quello avvenuto nel luglio 2023. In risposta a una lamentela della compagna, l’uomo le avrebbe sferrato un pugno in faccia rompendole due denti e invitandola a prostituirsi per procurarsi i soldi per le cure e la riparazione.
L’ultima aggressione è dell’ottobre dello stesso anno, quando l’uomo, dopo averla minacciata di morte, le ha morso un dito. È stata l’ultima goccia. Dopo quell’episodio, la vittima ha trovato il coraggio di denunciare e di portare il compagno-padrone davanti ai giudici che ieri hanno emesso la prima pesante sentenza di condanna.