GIULIA
Cronaca

Il viaggio nelle attività distrutte, quel che resta dopo la grandinata: "Tetti bucati e milioni di danni"

Tra rabbia e coraggio: "Peggio della pandemia, l’import di frutta e verdura si impennerà. Ma non molliamo". Andrea Rondina dello Store: "Un bancale di merce da buttare". Franco Simoni: "Raccolti rasi al suolo".

Ferrara, 26 luglio 2023 – L’asfalto sotto il capannone principale della Simoni Srl, azienda ortofrutticola di San Bartolomeo in Bosco, è puntinato qua e là da cerchi di luce. Di per sé è un effetto visivo anche curioso, se non fosse che a crearlo sono i fori provocati sul soffitto dalla violenta grandinata di sabato scorso, come cannonate. "Un disastro" è la prima frase che pronuncia di getto il titolare, Franco Simoni. "Ho fatto una conta dei danni – aggiunge – e secondo me superano il milione di euro. Tenga conto che solo per riparare il tetto, devo mettere a preventivo 650mila euro circa". E la lista è lunga: "Le vetrate, le guaine della pensilina, le insegne, le telecamere, la torre depurativa di una parte dei frigo. Tutto distrutto".

Il viaggio nelle attività distrutte  Quel che resta dopo la grandinata  "Tetti bucati e milioni di danni"
Il viaggio nelle attività distrutte Quel che resta dopo la grandinata "Tetti bucati e milioni di danni"

Frutta e verdura, almeno, si sono in buona parte salvate. "Appena arriva la mettiamo subito in cella – spiega Simoni –. Ma i contadini qui in zona hanno perso tutto. Da oggi fino al prossimo maggiogiugno potremmo arrivare solo al 20% di ciò che si produce normalmente in un anno". Con buona soddisfazione di altri Paesi esteri, "come la Spagna, la Polonia, l’Olanda e il Belgio, da cui dovremo importare – dice Simoni –. Senza contare che i prezzi sicuramente si alzeranno ancora".

Qui, ieri mattina, è passato il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, durante un sopralluogo alle tante realtà imprenditoriali martoriate dal maltempo. Il primo si è presentato anche al Rondina Store, dove tutta la copertura è da rifare, sia dei locali esistenti che di quelli nuovi e ancora in fase di costruzione. "Ho una ventina di pedane di merce tutta da buttare. E dei pannelli solari che ho sul tetto, 90 kilowatt in tutto, se ne sono salvati solo due". Il proprietario dell’emporio di via Frasbalda, Andrea Rondina, mostra i teli di plastica posizionati sopra ogni espositore: "Se torna a piovere – spiega – dobbiamo coprire tutto subito, e chiudere di nuovo".

"Venivano giù dei chicchi enormi – dice ripercorrendo quegli attimi terribili – sembravano dei botti. E dal tetto l’acqua scendeva come un fiume in piena, nel magazzino e negli uffici. I computer lì per lì sono andati in tilt, ma almeno si sono salvati. Tutte le nostre automobili erano disfatte, in media siamo dai 7 agli 8 mila euro di danni l’una. E fortunatamente nessuno si è fatto male".

Dentro i locali in costruzione è sistemata una catasta di merce irrecuperabile. "In totale superiamo abbondantemente i 400 mila euro di danni" spiega. E il confronto con le recenti difficoltà dovute alla pandemia non regge. "Stavolta è peggio – considera Rondina –. Trovarsi dal giorno alla notte con la necessità di un investimento enorme e non preventivato, senza avere altra scelta". La visita del sindaco è stata molto apprezzata, così come le intenzioni della Regione di spingere per ricevere aiuti economici, "ma noi siamo abituati innanzitutto a contare su noi stessi – chiude –. Domenica i miei 24 dipendenti, con le loro famiglie, erano tutti qui a lavorare per poter riaprire il prima possibile. E questa, per me, è la cosa più importante".