Ferrara, pistola finta in faccia alla barista: baby rapinatore in Galleria Matteotti

La titolare del bar ’Farmacia’, Elena Kiraydt, ha sporto denuncia in Questura: "Questo angolo di città è in mano ai gruppetti di ragazzini"

Ferrara, 5 novembre 2022 - È da poco passata la mezzanotte in Galleria Matteotti. L’orario di chiusura, i gesti quotidiani di una barista che rassetta bancone e tavoli. La donna chiude i due ingressi del locale, ma non a chiave. E arriva lui, un 17enne, visto decine volte a fare da ‘capetto’ del gruppo di ragazzini del centro dove noia e voglia di essere qualcuno contraddistinguono chi ne fa parte. "Posso entrare?", chiede il minore. La titolare del bar ’Farmacia’, Elena Kiraydt, originaria della Germania, non ci trova nulla di male: "Sì, entra". Un gesto di cortesia verso un cliente, ma che si rivela imprudente. Quando la donna si volta, il ragazzino le fa capire che non è lì per una bibita: "Questa è una rapina, dammi tutti i soldi". Lei chiede di ripetere. "Non hai capito? Questa è una rapina consegna i soldi", incalza il ragazzino. La donna tergiversa: "Il barman è fuori e ci pensa lui, quando torna, ai soldi in cassa". A questo punto, cala il terrore: il ragazzino ha una pistola tenuta al fianco e la punta verso il volto della barista. Il dito aziona il grilletto, ma il revolver (finto?) spara a salve. La donna resta pietrificata, in preda al panico e al terrore. Intanto, il baby bandito sente arrivare qualcuno e si dà alla fuga. Ma dopo pochi minuti, come se non fosse successo nulla, è ancora con la pistola in pugno in giro con la bicicletta per le vie del centro. La chiamata alle forze dell’ordine arriva di conseguenza. Il racconto della barista non sorprende gli inquirenti: il ragazzino è una vecchia conoscenza.

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Sopra, la barista Elena Kiraydt. In alto, i ragazzini di Galleria Matteotti
Sopra, la barista Elena Kiraydt. In alto, i ragazzini di Galleria Matteotti

È accaduto, l’altra notte, in Galleria Matteotti, eletta a ritrovo dei ragazzini a dir poco turbolenti. Sembra un racconto che viene da una delle high school di oltreoceano dove purtroppo non è raro che un teenager riesca a mettere le mani su un’arma come testimoniano i fatti di cronaca, spesso drammatici. È invece stavolta l’incubo si è realizzato nel cuore della città, a pochi metri dal municipio. La titolare del bar Farmacia, Elena Kiraydt, racconta: "È terribile quello che è successo. Fino all’ultimo ho pensato che la pistola fosse vera. Mi ha puntato l’arma e ho temuto che volesse uccidermi. mi ha puntato il revolver e ha fatto ’click’. Quando ha capito che le cose potevano mettersi male, è scappato. Da lontano ha detto: ’ Era tutto uno scherzo’. Ma quale burla? Voleva rapinarmi". La denuncia in questura è stato quindi un passaggio obbligato: "Ho dovuto raccontare di nuovo quei drammatici momenti. Quel ragazzino continua a scorrazzare liberamente – racconta la barista –. Il mio compagno, in piena notte, lo ha visto in bicicletta con l’arma in pugno".

La situazione di Galleria Matteotti è nota alle forze dell’ordine. I controlli di polizia e carabinieri sono costanti, e spesso anche i vigili sono presenti. L’incubo dei gruppetti di ragazzini, però, è lontano dall’essere debellato. Se ne vanno in giro con i telefonini che sparano a tutto volume i video di ’Tik Tok’, indossano felpe con i cappucci neri, pronti a infastidire i clienti di bar e negozi. La tentata rapina ai danni del bar ’Farmacia’, però, resta un’assoluta novità. I residenti e commercianti sono stanchi: "Inutile parlare con loro, non ti ascoltano". Il dialogo, infatti, è ormai una merce rara, oscurato dalla luce emanata dai telefonini. Le parole sono soppiantate dai like, dalle ’storie’ social. È caduto il concetto di limite perché sono sempre meno i genitori che, imposto un divieto, lo fanno rispettare. Non ci sono poi strutture di aggregazione. Così l’unica soluzione resta ritrovarsi in Galleria Matteotti. E l’incubo continua.