
Una seduta del consiglio comunale
Per uno strano caso di eterogenesi dei fini, il dibattito di ieri in Consiglio Comunale si è concentrato molto di più sulla delibera che prevede l’adeguamento dell’Irpef rispetto alle diverse mozioni presentate dalla minoranza – e segnatamente dal Pd – al Bilancio di previsione del prossimo triennio. Il dato di cronaca, abbastanza scontato, è che l’aumento dell’addizionale (0,8%) è passato al vaglio dell’Aula. Il piano politico, è decisamente più articolato e la frattura tra maggioranza e opposizione – più che nel merito – diventa di metodo, con la sinistra (Davide Nanni, Pd e Fabio Anselmo, civica) che contesta alla maggioranza – in particolare all’assessore al Bilancio, Matteo Fornasini – la "volontà di ostacolare il reperimento delle informazioni utili a espletare il nostro lavoro di consiglieri". "Non è possibile – critica Anselmo – svolgere il nostro lavoro se arrivano delle informazioni parziali o, se dal bilancio, ci arrivano solo dati aggregati. Sono gli uffici che devono fornire le informazioni in tempi congrui, non l’assessore. A me è arrivato un atto del quale ho chiesto copia, con degli omissis. Personalmente, lo ritengo inaccettabile". Nel merito dell’adeguamento, il capogruppo della sua civica contesta all’amministrazione di aver "fatto retromarcia su una battaglia storica per il centrodestra". Dal canto suo Nanni, che aveva presentato una risoluzione per modificare l’adeguamento Irpef, sentenzia che da parte del Comune si sta assistendo a un’azione volta a "mettere le mani nelle tasche dei cittadini economicamente più fragili". Anche Leonardo Fiorentini è dell’avviso che "con una volontà politica diversa, questo aumento che impatta sui più deboli si sarebbe potuto evitare, posto che nelle linee di mandato del sindaco non si fa cenno all’innalzamento dell’Irpef". Il rischio che intravede Matteo Proto (Pd) è che "questa amministrazione stia scavando la fossa a Ferrara". Il capogruppo dem, Massimo Buriani – colpito nel vivo dalla provocazione dell’assessore – decide "per evitare strumentalizzazioni" di ritirare l’emendamento. Ma è proprio Fornasini a tornare sulla scelta dell’amministrazione, rispondendo alle accuse della minoranza. "Non è vero – scandisce – che l’aumento dell’addizionale Irpef impatterà sui più deboli. Infatti, stando alle simulazioni fatte dagli uffici, saranno i ceti più abbienti a pagare più oneri: 54 euro su base annua. Mentre I redditi bassi pagheranno circa due euro in più al mese". Del resto, motiva l’amministratore, "abbiamo l’esigenza non solo di mantenere i conti in ordine, ma anche di continuare a garantire servizi di qualità ai cittadini e proseguire con il piano di investimenti". Arrivando alla posta di bilancio oggetto di attenzione da parte del Pd, che riguarda diverse forme di contributi vari, Fornasini rimbalza le accuse. "Non ce la siamo sentita – dice – di tagliare i finanziamenti a rassegne come Ferrara sotto le stelle, Internazionale e Interno Verde oppure a realtà come Arci". Mentre sullo scambio di critiche legate al reperimento delle informazioni, è molto netto. "Si tratta – replica – di un’accusa molto grave. Non solo gli uffici hanno trenta giorni per fornire risposte, che invece sono arrivate dopo pochi giorni, ma da parte mia c’è stata una ripetuta sollecitazione a farli avere nel minor senso possibile". I tre giorni del condor, continuano oggi e domani.