
Dopo la prima giornata, della cosiddetta preapertura svoltasi giovedì scorso, tra l’altro molto poco appagante per le doppiette che, tranne in alcune zone di Comacchio, hanno sparato molto poco, stamane i seguaci di Diana tornano ad imbracciare i fucili. Lo potranno fare, in base al calendario redatto dalla Regione, unicamente da appostamento, ovvero da fermi, all’interno di un capanno normalmente realizzato impiegando dei teli mimetici o con piante recuperate sul posto. Sempre sul calendario venatorio regionale le specie che si potevano cacciare erano la tortora africana, il merlo, la gazza, la ghiandaia e la cornacchia grigia in un numero di esemplari variabile a seconda della specie. Questo almeno fino a lunedì, quando la Regione con una delibera, avente per oggetto "Interventi straordinari sulle specie storno e piccione, forma domestica, in attuazione dei piani di controllo approvati" ha permesso ai cacciatori di sparare a 20 storni per ogni cacciatore e un numero illimitato di piccioni. Il motivo? Come spiega la Regione nel proprio atto, a causa del covid non è stato possibile effettuare la prevenzione nei mesi primaverili. Infatti storni e piccioni causano danni al mondo agricolo, già duramente provato, quindi la Regione ha autorizzato questo prelievo anticipato rispetto a quello indicato in altrettante delibere, di caccia in deroga, allo storno ed al piccione.
Nelle delibere della caccia in deroga l’abbattimento era previsto, per lo storno, a partire dal 17 settembre sempre con un massimo di 20 capi, e dal 27 di settembre, per il piccione, forma domestica, per un massimo di 30 capi.
Una decisione, quella di emettere queste tre delibere, che ha creato non pochi fraintendimenti nell’applicazione di norme che si "sovrappongono" sia fra gli stessi cacciatori che tre gli organi di controllo, suscitando anche qualche perplessità sul poco preavviso. Tuttavia la vera apertura della stagione venatoria, quella nella quale i cani da caccia vengono lasciati liberi di fiutare e seguire la selvaggina, è prevista per il 20 settembre in concomitanza con l’apertura dei seggi per il referendum.
Le quasi duemila doppiette fra ferraresi, romagnole, venete e toscane daranno via libera all’atavica passione comprese quelle che eserciteranno la caccia nelle zone umide di Comacchio, Goro e Codigoro, raggiungendo questi appostamenti a bordo di piccole imbarcazioni nel cuore della notte.
Dai primi controlli dello scorso giovedì le doppiette che cacciano all’interno di questi appostamenti, che hanno un diametro che raggiunge a malapena i due metri, indossano le mascherine a protezione della loro salute e di quella degli altri. Una bella prova di responsabilità in questo momento non facile, dove si registra una ripresa dei contagi. La mascherina andrà indossata anche in tutto il periodo nel quale si andrà a caccia, quando chi imbraccia il fucile si troverà troppo vicino ai propri colleghi che hanno la stessa passione. I controlli saranno effettuati dai Carabinieri Forestali, dalla Polizia Provinciale e dai volontari che essa coordina. Per segnalare episodi vietati si può chiamare lo 0532299979.