West Nile, l'esperto. "Troppe zanzare, serve più disinfestazione"

Giovedì altri due morti in provincia di Ferrara. Ghinelli (Avis): "Le trasfusioni? Facciamo i test: sono sicure"

Un laboratorio di analisi

Un laboratorio di analisi

Ferrara, 12 agosto 2018 - Il virus West Nile è ormai una realtà con cui bisogna fare i conti. Le vittime registrate giovedì (due anziani di 69 e 86 anni), ne sono la prova. L’unica via per arginare la diffusione della malattia (per la quale, al momento, non esiste un vaccino) sembra essere quella della prevenzione. Innanzitutto sul fronte del principale vettore del virus, cioè le zanzare. L’amministrazione effettua periodicamente gli interventi di disinfestazione, ma non basta. Anche i privati devono preoccuparsi di tenere il più possibile ‘pulite’ le aree di loro competenza. A sottolineare l’importanza di una capillare campagna di disinfestazione è Florio Ghinelli, infettivologo e direttore sanitario dell’Avis provinciale.

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Ghinelli, come si contrasta la diffusione di questa malattia?

«Non riusciremo mai a eliminare completamente le zanzare ma bisogna almeno ridurne il numero. Le temperature dell’ultimo inverno e dell’ultima primavera ne hanno favorito la crescita. Ovviamente, più ce ne sono e più c’è possibilità di contagio».

Qual è la strategia per mettere un freno a questa proliferazione?

«La parola d’ordine è ‘disinfestazione’. Il Comune di Ferrara fa almeno otto trattamenti larvicidi e adulticidi all’anno. Ma non è sufficiente. Il territorio di competenza dell’amministrazione è infatti soltanto il 20% del totale».

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E qui entrano in gioco i privati.

«Esattamente. I cittadini dovrebbero provvedere alla disinfestazione delle loro proprietà. Soprattutto intorno a piante e ristagni d’acqua».

Parliamo di donazioni di sangue. Ci sono rischi per le trasfusioni?

«Per quanto riguarda le donazioni siamo assolutamente tranquilli. Dalla fine di giugno, quando nel Ferrarese sono state individuate le prime zanzare positive, facciamo i test su tutte le sacche. I controlli sono molto precisi e quindi possiamo garantire la sicurezza di ogni singola goccia di sangue».

Come si presenta, in genere, il decorso della malattia?

«L’80% dei casi rimane asintomatico mentre nel 19% delle infezioni si manifestano sintomi simil influenzali. Solo una minima parte ha complicanze che, soprattutto in organismi già debilitati da altri problemi di salute, possono risultare fatali».

Quali sono le categorie più a rischio?

«Soprattutto gli anziani e le persone che presentano altre patologie».

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