
Vittorio Ragazzini, nato il 2 settembre 1934, perse la mano sinistra e l’avambraccio quando, a nove anni, raccolse una bomba che a lui sembava una lampadina. Poi condusse l’Anvcg provinciale dal 1988 al 2021
Quando andava a parlare con i ragazzi delle scuole medie e superiori, lui che da bambino aveva perso la mano sinistra e l’avambraccio per l’esplosione di un ordigno bellico, agli allievi e alle allieve incantate raccontava: "Avevo nove anni e credevo che la mano l’avambraccio mi ricrescessero, come fa la coda delle lucertola che cacciavo. E invece mi sono reso conto che non era così, e da quel giorno mi sono dovuto arrangiare e cercare di fare da solo senza chiedere aiuto agli altri o comunque farlo il meno possibile". Questo episodio racconta chi era Vittorio Ragazzini, scomparso qualche giorno fa a 90 anni compiuti il 2 settembre del 1934, una vita da dipendente comunale presso l’Ufficio tributi, appassionato ed esperto di aeromodellismo, ma soprattutto per 33 anni, dal 1988 al 2021, presidente dell’Anvcg, l’Associazione nazionale delle vittime civili di guerra della sezione provinciale di Forlì e Cesena, a cui ha dedicato impegno, energia ed infinita passione.
La notizia della sua scomparsa, resa pubblica per sua volontà a esequie avvenute, ha suscitato notevole cordoglio soprattutto nell’ambito dell’Amministrazione comunale, come testimoniano le parole del Sindaco Gian Luca Zattini: "E’ con grande dolore che abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Vittorio Ragazzini - afferma il Sindaco - e in questo momento di profonda tristezza esprimo i sentimenti di riconoscenza e gratitudine per tutto ciò che Vittorio ha fatto a servizio della comunità forlivese. Grazie al suo temperamento tenace, all’autorevolezza e a una instancabile energia, Vittorio è stato per decenni un punto di riferimento per le attività di sostegno a tutte le persone del nostro territorio che hanno patito sul proprio corpo i drammi delle ferite e delle mutilazioni determinate dagli effetti del secondo conflitto mondiale". Dopo il drammatico evento accaduto in strada nel 1943, quando raccolse quell’ordigno che a lui sembrava una lampadina, per tutta la sua vita Ragazzini è stato esempio di una straordinaria forza di volontà che lo ha portato ad affermarsi nel lavoro, nell’associazionismo e anche nelle passioni personali che, nonostante le mutilazioni subite alla mano e all’avambraccio, lo hanno visto diventare esperto di aeromodellismo. Prezioso ed encomiabile è stato il suo impegno alla guida dell’Anvcg, ruolo che ha interpretato dedicando una attenzione speciale al mondo della scuola con progetti didattici e una forte spinta di educazione alla pace oltre che all’emancipazione personale e come messaggero di pace.
Affranto e commosso è Gisberto Maltoni, che nel 2021 gli è succeduto come presidente dell’Anvcg: "Solo a parlarne mi commuovo perché Vittorio è stato non solo il mio maestro ma anche la guida di tutti i nostri consiglieri. Era una persona molto intelligente e molto erudita oltre che molto orgogliosa. Era legatissimo alla nostra associazione che ha continuato a frequentare come parte attiva fino a poco più di un mese fa. Lo avevamo eletto presidente onorario e la sua scomparsa ci ha lasciato un grande vuoto". Vittorio Ragazzini lascia la moglie Novella, il figlio Gilberto e quattro fratelli, due dei quali più grandi di lui.
Stefano Benzoni