GIANNI BONALI
Cronaca

"Buone le intenzioni, ma con i sì sul lavoro condizioni poi peggiori"

L’azienda Elettromeccanica Angelini è guidata da Alberto Angelini con il figlio Mattia, ha sede a Forlimpopoli, conta 70 dipendenti e...

L’azienda Elettromeccanica Angelini è guidata da Alberto Angelini con il figlio Mattia, ha sede a Forlimpopoli, conta 70 dipendenti e...

L’azienda Elettromeccanica Angelini è guidata da Alberto Angelini con il figlio Mattia, ha sede a Forlimpopoli, conta 70 dipendenti e...

L’azienda Elettromeccanica Angelini è guidata da Alberto Angelini con il figlio Mattia, ha sede a Forlimpopoli, conta 70 dipendenti e rappresenta un punto di riferimento nella realizzazione di impianti elettrici e termoidraulici.

Alberto Angelini, cosa pensa dei referendum sul lavoro? "Sono stati concepiti con buone intenzioni, ma rischiano di produrre l’effetto opposto a quello auspicato. Come imprenditore, vedo ogni giorno quanto sia delicato l’equilibrio tra tutela del lavoratore e la sostenibilità dell’impresa".

Il primo quesito chiede lo stop ai licenziamenti illegittimi: cosa accadrebbe se vincesse il sì? "Di fatto si ridurrebbero le tutele economiche per il lavoratore, anche perché il decreto del 2015 ha introdotto un sistema più trasparente e prevedibile per gestire i licenziamenti nei nuovi contratti. Se vincesse il sì tornerebbe in vigore la legge Fornero. Nei casi di licenziamento per motivo ritenuto ‘non sufficiente’ dal giudice, l’indennizzo massimo scenderebbe da 36 a 24 mensilità. Noi non abbiamo mai licenziato un dipendente e stiamo anzi cercando 20 ragazzi da inserire in azienda".

Il secondo quesito propone più tutele per i lavoratori delle piccole imprese. "Se si abolisce il tetto delle sei mensilità per l’indennizzo nei casi di licenziamento illegittimo nelle aziende sotto i 15 dipendenti e non si prevede alcun tetto, si rischia di penalizzare proprio chi tiene in piedi l’economia del territorio. Eliminare ogni limite all’indennizzo espone le imprese a rischi potenzialmente devastanti: se si vuole intervenire, lo si faccia con una legge che ponga un tetto differente".

Il terzo chiede la riduzione del lavoro precario: funzionerebbe? "Anche su questo sono contrario. Nella teoria, la causale dovrebbe essere una garanzia per il lavoratore, ma nella pratica ha sempre generato contenziosi infiniti. L’attuale limite quantitativo che ha sostituito quello della causale, sta funzionando e non capisco perché cambiarlo".

Il quarto quesito riguarda la materia della sicurezza. Su questo identità di vedute? "L’obiettivo è sacrosanto, ma se vincesse il sì si creerebbe uno squilibrio. Oggi il committente è già responsabile in solido per la sicurezza, salvo nei casi in cui l’infortunio sia legato a un rischio specifico dell’attività dell’appaltatore, su cui il committente non ha alcun potere di intervento. Se si vuole favorire chi rispetta le norme si modifichino i criteri di aggiudicazione di certi appalti pubblici che spesso favoriscono un prezzo molto basso".

Infine, il quinto non riguarda il lavoro e chiede più integrazione tramite il conseguimento della cittadinanza italiana. "In questo caso potrei fare un’eccezione rispetto agli altri che mi vedono schierato per il no. Ma è una materia complessa e ho difficoltà a prendere una posizione definita".

Gianni Bonali